Mostra Luigi (Gino) De Lai

Oggi, alla presenza dell’assessore alla partecipazione Valter Muchetti, della presidente della Fondazione Provincia di Brescia Eventi Nicoletta Bontempi, dello storico Marcello zane curatore della biografia della monografia e di Anna Aliprandi, nipote del pittore, la Fondazione Dolci ha presentato alla stampa la personale dedicata a Gino De Lai, che verrà inaugurata sabato 16 dicembre alle ore 17,30 nella sede del Museo Dolci in via Raffaello 163.

L’obiettivo della Fondazione, che è quello, ha ricordato il presidente Eugenio Busi, di “valorizzare i pittori bresciani che hanno operato nel solco della tradizione”, ha portato quest’anno a un grande lavoro di ricerca per recuperare le opere di De Lai, scomparso nel 1960. Si tratta della 24ma mostra antologica e monografia in ricordo di un artista bresciano scomparso.

Come ha sottolineato Marcello Zane, che ha ricostruito la biografia di De Lai, la Fondazione Dolci si distingue da un lato per la coerenza, scegliendo pittori bresciani anche poco conosciuti che hanno lasciato opere di grande valore artistico, dall’altro per la completezza: le monografie nascono dal recupero paziente e preciso di tutte le opere. In questo caso, spiega Ermes Pasini, nel cda della Fondazione, rintracciare 257 documenti non è stato semplice né facile.

De Lai nasce a Tignale il 31 ottobre del 1891. Paesaggista, autodidatta, con un carattere che Giannetto Valzelli definì “genialoide e polivalente, ma pure eccentrico e lunatico”, era naturalmente incline al disegno e alla musica, ma era un uomo creativo e versatile, capace anche di geniali intuizioni innovative in campo tecnico e scientifico, come inventore di brevetti in ambito ferroviario e persino di un modello di motoscafo.

Le sue opere migliori, contrassegnate da lettere romane a lato della firma, raccontano soprattutto del Garda fra le due guerre e negli anni Quaranta, prima del boom turistico, e si caratterizzano per la grande tecnica pittorica, e per taglio inconfondibile di panorami tersi, lucidi, con il colore steso d’istinto. Nell’immediato secondo dopoguerra venne invitato a esporre alla Biennale di Venezia.

Le sue opere sono spesso meravigliose visioni della natura del lago di Garda. L’artista studia la luce del lago che illumina anche i campi coltivati su cui si stagliano pochi alberi, nelle varianti infinite dello scorrere delle ore del giorno e delle diverse stagioni, insistendo sul medesimo luogo e creando così in alcuni casi vere e proprie sequenze. Poche figure, tratteggiate rapidamente a pennello, suggeriscono la presenza umana con discrezione; il taglio è sintetico e geometrico e il colore viene steso nel passare degli anni in modo sempre più denso, in larghe campiture date con la spatola.

Gino De Lai muore a Salò il 2 gennaio 1960. Tignale e Salò gli hanno dedicato un’ampia mostra personale postuma.

 

Le sale del Muso Dolci ospiteranno temporaneamente circa una cinquantina di opere di De Lai. Questa è la prima volta che Martino Dolci presta i suoi spazi a un pittore bresciano. Pittore non da poco perché nessuno quanto lui ha dipinto il Garda con tanta personalità. Immaginiamo Martino Dolci contento per questa retrospettiva, visto la loro amicizia, perché spesso parlava del pittore di Tignale legandolo a nomi come Bosio, Landi e Muchetti.

La nuova monografia sarà presentata in occasione dell’inaugurazione della mostra antologica al museo Dolci in via Raffaello 163 a Brescia sabato 16 dicembre alle ore 17.30.

La mostra, a ingresso gratuito, è aperta fino al 14 gennaio nei seguenti orari: dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. In caso di gruppi di visitatori si potrà richiedere visita fuori orario telefonando per la prenotazione.