Brescia fa scuola sul riutilizzo degli aggregati industriali in edilizia

Con una produzione totale di circa 23 milioni di tonnellate di acciaio nel 2019, l’Italia è il secondo produttore in Europa dopo la Germania. La quasi totalità dei forni si concentra nel nord dello stivale e in particolare in Lombardia. Tra le province più virtuose per quanto riguarda il settore siderurgico italiano spicca Brescia con 182 aziende operative, delle quali undici contribuiscono per circa il 25-30% alla produzione di acciaio nazionale. Parallelamente alla produzione di acciaio, si registra anche la produzione di una grande quantità di scorie con valori intorno a 1,1 milioni di tonnellate nel 2019. Purtroppo, una parte considerevole di queste scorie non viene recuperata e viene ancora smaltita in discarica nonostante le buone caratteristiche prestazionali e i vari campi di utilizzo. Ma a portare il buon esempio in tema di economia circolare è ancora una volta Brescia che, nel convegno dal titolo “Recupero degli aggregati industriali e riutilizzo in calcestruzzi e asfalti” organizzato dal Gruppo giovani imprenditori dell’Ance territoriale in collaborazione con Ance giovani nazionale, ha presentato ai costruttori di tutta Italia buone prassi ed esempi concreti dell’impiego di tali risorse nella provincia.

“Serve un cambio di prospettiva nell’utilizzo di questi materiali. Non dobbiamo definirli “rifiuti” ma “opportunità”. La produzione delle costruzioni ha recuperato pienamente non solo la flessione del 2020, ma risulta superiore del 14,3% al livello registrato nel 2019. Aumentano i permessi di costruire rilasciati nel comparto residenziale del 28% e del 19,5% nel non residenziale (uffici, commerciale, industriale). In un’ottica di sviluppo continuo del settore non possiamo più basarci solamente sulle materie prime che sono risorse esauribili. Senza dimenticare gli obiettivi europei che ci impongono di raggiungere zero emissioni entro il 2050. Un traguardo che sarà irraggiungibile se non si sposa una politica di zero waste che interessa tutto il ciclo produttivo dell’opera” ha dichiarato in apertura del convegno il presidente dei giovani costruttori bresciani Santo Prandelli.

Anche la presidente dei Giovani di Ance nazionale, Angelica Donati, ha sottolineato la centralità della sostenibilità e dell’economia circolare per le nuove generazioni di imprenditori: “Siamo per nostra natura proiettati verso il futuro a lungo termine, e non possiamo pensare ad esso senza prendere atto delle criticità ambientali che rischiano di metterlo a rischio. Solo puntando su sostenibilità e circolarità, coadiuvate da una forte componente innovativa, potremmo costruire il futuro che vogliamo e che coloro che verranno dopo di noi si meritano”.

Con il supporto dei relatori ospiti e delle imprese sostenitrici dell’evento (Antonutti, Di.Ma inerti, Facchetti, Gruppo Gatti), durante il convegno, sono stati presentati ai partecipanti le opportunità e i vantaggi derivati dall’utilizzo degli aggregati industriali per la produzione di materiali da costruzione, nell’ottica di sviluppare un’edilizia attenta al rispetto dei principi della circolarità. A partire dall’impiego più comune delle scorie di acciaieria per la realizzazione di pavimentazioni stradali. Come il caso dell’autostrada del Brennero realizzata con l’utilizzo di un materiale ricavato dagli aggregati industriali d’acciaieria targato made in Brescia. Fra le testimonianze a supporto della tesi è stato analizzato anche il caso del depuratore della Valtrompia. Un impianto innovativo, esempio di edilizia sostenibile del territorio, realizzato con calcestruzzo riciclato derivato proprio dalle scorie di acciaieria. Un composto, utilizzato per la realizzazione delle enormi vasche di stoccaggio del depuratore, frutto di una miscela che conta il 35% di aggregati industriali, con una massa volumica ridotta, che ha permesso di limitare al massimo i viaggi per il trasporto del materiale, abbassando le emissioni e il consumo di gasolio. Per la realizzazione dell’impianto sono state utilizzate oltre seimila tonnellate di aggregato industriale in sostituzione a quello naturale, che corrispondono a circa 170 automezzi carichi di sabbia o ghiaia, che messi in colonna su una strada coprono una distanza di circa tre km. I vantaggi nell’impiego di materiali riciclati si riscontrano anche nel caso dell’assegnazione di gare d’appalto. Le normative favoriscono sempre di più l’utilizzo di prodotti green e, in alcuni casi, rappresentano anche un principio fondamentale per accedere ai finanziamenti. Un fattore premiante, ad esempio, per il progetto del depuratore della Valtrompia, che ha consentito all’impresa Facchetti di aggiudicarsi i lavori, è stata la scrupolosa selezione di fornitori attenti al rispetto di determinati parametri ambientali. A partire dalla vicinanza entro i 150 km dal cantiere, aspetto che ha permesso di ridurre le emissioni per il trasporto, fino alle caratteristiche tecniche del calcestruzzo e dei materiali utilizzati per l’opera.