Overtourism insostenibile per il Lago di Garda e i suoi abitanti

Una programmazione miope che tende a far lievitare le casse di amministrazioni e comparto turistico ha ormai determinato un overtourism insostenibile per il Lago di Garda e i suoi abitanti: traffico congestionato, prezzi aumentati, difficoltà a reperire un’abitazione in affitto, consumo di suolo, scempio dei luoghi più prestigiosi per allettare i turisti con “effetti scenici”, insufficienza dei servizi, perdita dell’identità dei luoghi, sovraffollamento, stress e malessere dei residenti, tagli ad opere pubbliche a favore di quelle che incrementano il turismo, strutture alberghiere acquisite da grandi società …

Il Lago di Garda non ha bisogno di aumentare il numero dei turisti, non ha bisogno di un “turismo d’élite” come afferma il presidente dell’Azienda per il turismo Garda Dolomiti, Silvio Rigatti, ha la necessità di un turismo sostenibile, di una programmazione che veda al centro le comunità e il rispetto del territorio, che migliori il benessere sociale, economico e fisico del luogo. O, meglio ancora, di un “turismo rigenerativo” che metta in discussione le metriche attuali di cosa voglia dire “successo turistico”, chiedendosi se questo crei davvero benessere al luogo oppure se il benessere sia solo appannaggio di pochi. In questa nuova prospettiva, il valore creato dal turismo nel territorio – non solo economico ma anche relazionale, culturale, ecc. – deve rimanere sul territorio per generare ulteriore valore.

 

La ciclovia del Garda nasce invece con l’intento di aumentare il flusso turistico in un territorio che è passato da circa 5 milioni di presenze nel 1987 a 25 milioni registrate nel 2023.

Un progetto che, nonostante creerà uno sfregio permanente alle splendide falesie dell’Alto Garda, aumenterà la presenza di migliaia di persone in una zona catalogata ad alto rischio geologico e nella quale è vietato un aumento antropico, distruggerà le piccole spiagge che circondano il lago con un danno non solo ambientale ma anche faunistico, non viene rivisto da chi ha il dovere di governare il territorio nel rispetto dell’ambiente che ci ospita e del benessere dei suoi abitanti.

L’Organizzazione mondiale del turismo ha definito l’overtourism come “l’impatto che influenza eccessivamente, e in modo negativo, la qualità della vita percepita dei cittadini e la qualità delle esperienze dei visitatori”.

A fronte del trend in aumento del turismo internazionale e locale, diventa ancora più importante interrogarsi sull’impatto ambientale e sociale del turismo; servono quindi politiche per un turismo responsabile privo di logiche amministrative miopi e imprenditoriali speculative.