L’Università degli Studi di Brescia centro di riferimento italiano per il carcinoma corticosurrenale

L’Università degli Studi di Brescia è il centro di riferimento italiano per il carcinoma corticosurrenale. Sulla rivista scientifica Lancet Endocrinology è stato recentemente pubblicato il primo studio internazionale randomizzato – Adjuvant mitotane versus surveillance in low-grade, localised adrenocortical carcinoma (ADIUVO) – condotto su pazienti con carcinoma corticosurrenale sottoposti a resezione chirurgica radicale e a rischio basso/intermedio di recidiva. Con lo studio si intendeva valutare efficacia e sicurezza del mitotane adiuvante rispetto alla sola sorveglianza in considerazione della sua tossicità.

Il contesto con cui si è svolto lo studio, nato dalla collaborazione tra Università di Torino e Università degli Studi di Brescia, è quello di una malattia eccezionalmente rara, che ha una incidenza di 1 caso per 1.000.000 di persone nei paesi occidentali. La chirurgia è l’unico trattamento in grado di dare ai pazienti una “chance” di guarigione, ma purtroppo la quota di pazienti che recidivano dopo chirurgia è generalmente elevata. Lo studio è stato condotto in 23 centri in sette paesi: tra il 23 ottobre 2008 e il 27 dicembre 2018, 45 pazienti sono stati assegnati casualmente a ricevere mitotane e 46 a sorveglianza attiva. La sopravvivenza libera da recidiva a 5 anni è stata del 79% nel gruppo che ha assunto il mitotane e del 75% nel gruppo di sorveglianza. Dallo studio emerge che il mitotane adiuvante non è raccomandabile in pazienti carcinoma della corticale del surrene a basso rischio di recidiva dopo intervento chirurgico radicale, in considerazione della prognosi relativamente buona di questi pazienti e dell’assenza di miglioramento significativo nella sopravvivenza libera da recidiva e nella tossicità associata al trattamento.

«I risultati di questo studio non dimostrano un vantaggio del trattamento in questi pazienti in quanto la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza totale non sono risultate diverse nei due bracci – dichiara il Prof. Alfredo Berruti, Ordinario di Oncologia medica dell’Università degli Studi di Brescia e co-coordinatore dello studio –. Tuttavia, emerge il dato importante che in questo sottogruppo a prognosi favorevole, il 75% dei pazienti sottoposti a sola chirurgia non sono recidivati dopo cinque anni e quindi possono essere considerati guariti. Questa percentuale supera di molto quella che avevamo previsto quando era stato disegnato lo studio (60%). In sintesi, grazie ad una ricerca italiana coordinata inizialmente dall’Università di Torino e successivamente dalla collaborazione dell’Università di Torino con l’Università di Brescia, è stato dapprima introdotto il concetto che una strategia vincente, nel trattamento dei pazienti che si ammalano di carcinoma della corticale del surrene, è ridurre il rischio di recidiva post-chirurgica con un trattamento preventivo a base di mitotane. Successivamente, nello studio recentemente pubblicato, è stato dimostrato che esiste un sottogruppo di pazienti a prognosi molto buona in cui il trattamento con questo farmaco non è generalmente vantaggioso e può essere evitato».