Brescia Photo Festival: Le personali di Federico Garolla e Chiara Samugheo al Mo.Ca.

Nell’ambito della VII edizione del Brescia Photo Festival, dal 16 marzo al 12 maggio il Mo.Ca. accoglie due personali dedicate a Federico Garolla e Chiara Samugheo.

L’universo creativo di Federico Garolla (1925-2012), uno dei maestri della fotografia italiana il cui stile ha illuminato, tra gli anni Settanta e Ottanta, il percorso di molti colleghi, è raccontato nella mostra Saper leggere il tempo, curata da Margherita Magnino e Carolina Zani. La rassegna presenta circa 70 fotografie, tutte vintage, provenienti dall’Archivio Federico Garolla, nelle quali grandi attori teatrali, stelle nascenti della televisione, modelle, artisti ma anche persone comuni sono ritratti in ambienti inconsueti e sorprendenti.

Garolla è stato tra i primi a portare gli abiti degli atelier più prestigiosi nelle strade al mattino presto, nelle periferie urbane ancora libere dal traffico automobilistico, sulle scalinate di una Roma deserta, così come in contesti inaspettati, creando una fusione suggestiva tra eleganza e realtà urbana.

Influenzato da maestri come Cartier-Bresson e Richard Avedon, Garolla incarna un approccio che va oltre la semplice documentazione visiva, catturando l’essenza e lo spirito di un’epoca in continuo cambiamento. Le sue opere riflettono la vivacità e la complessità della società italiana del secondo dopoguerra, contribuendo a creare l’immagine di un’Italia in rapida trasformazione, pronta ad abbracciare un futuro dinamico e borghese.

Nei reportage realizzati per importanti testate, Federico Garolla si distingue come un narratore raffinato della vita sociale e culturale del suo tempo. Le sue fotografie, pubblicate su riviste di spicco come “Tempo” ed “Epoca”, hanno svolto un ruolo significativo nel plasmare l’immaginario collettivo dell’Italia del dopoguerra, documentando l’ascesa dell’alta moda italiana, ritraendo figure chiave della cultura e del cinema, e narrando gli eventi salienti con uno sguardo sensibile alle realtà sociali del paese.

La sua idea di glamour si basa sul confronto tra immagini dissonanti, su antitesi estetiche e su divisioni di classe inequivocabili, e questo conferisce ai suoi scatti un’eleganza unica, uno stile sofisticato in cui ogni dettaglio è orchestrato con cura. Nulla è lasciato al caso, ma tutto appare disinvolto, sofisticatamente casuale.

Dentro il cinema è il titolo dell’esposizione di Chiara Samugheo (1935-2022), artista recentemente scomparsa che ha rivoluzionato la fotografia legata al mondo delle celebrità dando vita all’innovativa pratica del reportage cinematografico. La rassegna, curata da Mauro Raffini, dimostra come Chiara Samugheo abbia sempre concentrato la propria attenzione sui protagonisti che contribuirono a rendere il cinema una delle forme espressive più popolari e amate. La sua fama divenne rapidamente globale, tanto che fu chiamata a collaborare con le principali riviste di cinema, moda e costume, tra cui “Cinema Nuovo”, “Epoca”, “Stern”, “Vogue”, “Paris Match”, “Life” e “Vanity Fair”. Il suo sguardo ha contribuito significativamente al movimento di liberazione sessuale che caratterizzò gli anni Sessanta, e la voluta mancanza di premeditazione della sua tecnica, quella ricercata sintesi tra la foto “posata” e l’istantanea catturata al volo, è ciò che le consentì di firmare servizi fotografici ampiamenti apprezzati.

Note biografiche

Federico Garolla (Napoli, 1925-Milano, 2012) comincia la sua carriera nel giornalismo collaborando col “Mattino” e con “Il Domani d’Italia, tra i maggiori quotidiani di Napoli. A Milano inizia il suo percorso nel fotogiornalismo e realizza centinaia di reportage per prestigiose testate italiane – “L’Europeo”, “Tempo Illustrato”, “L’Illustrazione Italiana”, “Oggi” – e straniere – “Paris Match”, “National Geographic”, “Colliers”, “Die Stern”.

Nel 1951 diventa inviato speciale di “Epoca”, e in seguito, a fianco di Federico Patellani, Giancolombo, Paolo Costa e Franco Fedeli, per “Le Ore”; nel 1956 fonda “Foto Italia” dell’Agenzia Italia, e ne diventa il primo direttore.

Dal 1953 segue la nascita dell’alta moda italiana: riprende nei loro atelier i giovani stilisti che stanno conquistando la scena internazionale, fa scendere le modelle per strada, fra gli sguardi incuriositi della gente. Sono di quel periodo i servizi apparsi su “Eva”, “Annabella”, “Donna”, “Bellezza”, “Arianna”, “Grazia” e poi “Amica”. Contemporaneamente coglie la vita culturale italiana in una serie di “fotografie racconto” che ritraggono pittori, scrittori, musicisti, attori e attrici di cinema e teatro, ma anche la gente comune che sta attraversando gli anni del dopoguerra, con un occhio sempre attento alle tematiche a sfondo sociale.

Nel 1976 inizia a collaborare con la Rai in qualità di regista e presentatore per alcune rubriche del TG, producendo una serie di documentari. Realizza reportage su musei d’arte e d’archeologia, su luoghi d’interesse architettonico e paesaggistico e sul turismo enogastronomico, pubblicati poi da Mondadori, Rizzoli, Domus, De Agostini. A partire dagli anni Ottanta matura con l’editore e scrittore Mario Monti l’idea di realizzare delle guide sui musei italiani e fonda una casa editrice che attinge proprio a quel cospicuo “serbatoio” di immagini raccolte nel corso del tempo.

Chiara Samugheo (Bari, 1925-2022), pseudonimo di Chiara Paparella, partecipa al fervore culturale della Milano degli anni Cinquanta, animata da intellettuali quali Pier Paolo Pasolini, Enzo Biagi e Giorgio Strehler. Esordisce nella fotografia documentando la realtà del Meridione: nel 1954 per esempio realizza a Galatina uno tra i primi servizi sul fenomeno del tarantismo. Negli anni successivi il suo interesse per l’uso sociale del corpo la porta a misurarsi con l’iconografia dello star system, nel cui ambito ritrae le più importanti dive internazionali – da Monica Vitti a Sofia Loren, fino a Liz Taylor e Shirley MacLaine – restituendo loro piena sostanza personale grazie a uno sguardo che si contrappone agli stereotipi del mercato cinematografico. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: Carnaval (1980); Natura magica della Sardegna (1996); Cinecittà for ever: nous nous sommes tant aimés (2007); Fuori dal set (2012). Nel 2003 è stata insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana.

La Fondazione Brescia Musei è una fondazione di partecipazione pubblico–privata presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov. Fanno parte di Fondazione Brescia Musei Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, Museo di Santa Giulia, Pinacoteca Tosio Martinengo, Museo delle Armi Luigi Marzoli, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, Castello di Brescia Falco d’Italia e Cinema Nuovo Eden. Fondazione Brescia Musei è con Pinacoteca Tosio Martinengo e Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, ente capofila della Rete dell’800 Lombardo. I Musei Civici di Brescia sono inclusi nell’offerta di Associazione Abbonamento Musei.

Fortemente voluto dal Comune di Brescia, il Macof – Centro della fotografia italiana, è lo spazio espositivo dedicato alla fotografia italiana, aperto nel maggio 2016 nell’importante sede del palazzo barocco Martinengo Colleoni. È affidato alla direzione artistica di Renato Corsini e si avvale della consulenza di un comitato scientifico formato da due indiscussi protagonisti della fotografa italiana, Gianni Berengo Gardin e Uliano Lucas, e dalla storica della fotografia Tatiana Agliani. È un luogo di informazione, studio e ricerca sulla fotografia italiana e sulla sua storia, uno spazio aperto alla discussione sul linguaggio visivo, sulle tendenze che caratterizzano oggi la fotografia italiana e sulle sue prospettive future.