Una delegazione camerale alla VI edizione del Parlamento Europeo delle Imprese (EPE) a Bruxelles
Oltre 700 imprenditori appartenenti ai sistemi camerali europei (fra cui 76 italiani) diventano membri del Parlamento Europeo per un giorno, dibattendo e votando su alcuni degli argomenti cruciali per le imprese nell’agenda dell’UE.
Tra questi, gli imprenditori della delegazione bresciana composta – su iniziativa e con il coordinamento della Camera di Commercio di Brescia – da Roberto Saccone, Presidente dell’Ente camerale e capo delegazione, Eugenio Massetti Vice Presidente della Camera di Commercio e Presidente di Confartigianato, Carlo Massoletti, Presidente di Confcommercio, Mariano Mussio, Presidente di Assopadana, Pierluigi Cordua, Presidente di Confapi e Mario Gnutti, Vice Presidente di Confindustria Brescia.
L’occasione è quella offerta dalla sesta edizione del Parlamento Europeo delle Imprese (EPE), organizzata presso la sede del Parlamento europeo il 14 novembre 2023, nella ricorrenza dei 30 anni del Mercato Unico, da Eurochambres, istituzione capace di portare la voce delle imprese europee all’attenzione della politica.
Molti gli argomenti trattati dagli imprenditori intervenuti che hanno avuto modo di discutere ed esprimere il proprio voto su temi sensibili quali il potenziale del mercato unico delle competenze e del capitale umano, la crisi energetica e la competitività europea in un momento di complessa transizione per l’Unione, presto chiamata a rinnovare i propri vertici istituzionali.
Incentrato sul commercio internazionale l’intervento di Roberto Saccone: “La situazione politica ed economica a livello globale – ha puntualizzato il Presidente dell’Ente camerale bresciano – è di forte instabilità e incertezza, con rischio di frammentazione che crea preoccupazioni alle imprese, perché dalla solidità delle catene di approvvigionamento e dall’apertura dei mercati dipende capacità operativa e l’affermazione globale della nostra economia. L’apertura dei mercati non può certamente essere messa in discussione e bisogna continuare a lavorare su tre assi: a) l’organizzazione mondiale del commercio: pur con tutti i suoi problemi di funzionamento, rimane l’unico quadro multilaterale nel settore del commercio e mi pare pericoloso non investire nel suo rilancio; b) il quadro bilaterale con quelli che sono i partners commerciali più importanti, dagli Stati Uniti alla Cina, dall’Australia al Mercosur; c) essere pronti ad attivare le misure di difesa che abbiamo e che dobbiamo usare in modo rapido ed efficace contro quei partners commerciali che non rispettano le regole”.