Confapi Brescia accoglie con favore lo scostamento al 28 febbraio del contratto dei clienti assegnatari

Confapi Brescia accoglie con favore la comunicazione ufficiale del Gestore Servizi Energetici (GSE) relativa allo scostamento al 28 febbraio 2023 del termine ultimo per la stipula contrattuale da parte dei clienti finali assegnatari della misura Energy Release, in precedenza fissato per oggi, venerdì 10 febbraio.

 

Confapi Brescia auspica che tale dilazione rappresenti un primo passo nella direzione dell’apertura alle richieste avanzate e dell’allarme lanciato dall’Associazione e dalla Confederazione nazionale nelle scorse settimane.

 

«La contrazione delle quotazioni degli energetici, aspetto senza dubbio positivo, ha depotenziato i vantaggi della misura – commenta Pierluigi Cordua, presidente di Confapi Brescia -. Come già abbiamo largamente denunciato, questo scenario ha mostrato al contempo il fianco ad un rischio serio per le imprese che vi hanno aderito, peraltro a fronte di un significativo impegno economico e burocratico: l’obbligo di trasferire liquidità al GSE invece di riceverla».

 

Questa condizione è strettamente connessa al tetto della tariffa di 210 euro megawattora fissato dalla procedura. Una soglia che si contrappone alla quotazione media del mese di febbraio attestata ai 167 euro.

 

«Auspichiamo che tale rinvio sia da intendere come il primo passo per una rivisitazione dello strumento Energy Release che, pur restando di grande utilità nelle intenzioni, non lo è più nella sua procedura di attuazione – afferma Cordua -. Sebbene, infatti, le quotazioni della componente energia siano diminuite rispetto al picco del PUN del mese di Agosto di 550 Euro, restano ancora estremamente elevate ed impattanti per i conti delle aziende. Rimane pertanto fondamentale poter accedere a strumenti di supporto come Energy Release. Proponiamo che nello strumento venga introdotto un automatismo che adegui la soglia tariffaria alle oscillazioni fisiologiche del mercato, oggi, peraltro, particolarmente mutevole».

 

Il problema riguarda una massa di imprese notevole. «Solo la nostra Associazione, ad esempio, ha condotto la procedura di adesione di 106 aziende – conclude Cordua -. Si tratta di una criticità che può intaccare l’operatività di un numero estremamente significativo di imprese su tutto il nostro territorio».