Niny Manziana modella e musa: Ghidoni, Bertolotti e l’arte bresciana fra otto e novecento

PER ACCEDERE CLICCARE IL LINK  QUI SOTTO 

https://us02web.zoom.us/j/5298405237?pwd=NFlxRTZ1cHpkbjhBb1hEQ0lpQzlpZz09

ISTRUZIONI PER PARTECIPARE ALLA INIZIATIVA

1) cliccare sul link qui sopra a partire dalle 17.50 di sabato 12.12.2020

2) eseguire il download

3) scrivere il proprio nome utente

4) cliccare su join meeting

5) comparirà una finestra con scritto “wait” dopo qualche secondo si aprirà la schermata

Durante le conferenze chiediamo di silenziare il microfono. Al termine è possibile aprire il microfono e porre domande

Non appena sarà possibile la mostra sarà aperta al pubblico, in presenza, all’AAB in vicolo delle stelle a Brescia.

La mostra, curata da Luigi Capretti e da Francesco De Leonardis, è corredata da un prezioso fondamentale catalogo ed è stata fortemente voluta dall’AAB e rappresenta un elemento di novità e al tempo stesso di continuità nell’azione culturale che l’associazione svolge da tempo.

La novità è legata al fatto che al centro dell’evento espositivo non c’è, per una volta, un artista o una stagione dell’arte bresciana ma c’è una modella. Un volto, un corpo, un’anima che si sono offerti come soggetto a molti artisti, alimentando in loro una passione, un’affinità, una consonanza di sentimenti davvero rari. Una vera e propria musa, dunque, che ha ispirato i lavori di diversi artisti mossi da accenti diversi ma ugualmente legati a questa singolare figura femminile.

Ad esempio, vuole la tradizione, non documentata ma suffragata anche dal confronto fisionomico, che per la figura femminile allegorica, intesa come l’Arte mistica o come la Musa ispiratrice, del monumento al Moretto di Domenico Ghidoni, collocato nella piazzetta antistante la Pinacoteca di Brescia, abbia posato Niny Manziana. Figlia di Carlo Manziana, generoso animatore della vita culturale cittadina e pittore di qualità, Niny era nata nel 1872. Attraverso gli amici del padre, che frequentavano la sua casa, fin da giovane era venuta in contatto con gli esponenti del mondo artistico bresciano.  Tra gli altri, aveva avuto modo di conoscere Domenico Ghidoni, che per lei realizzò una lunga serie di ritratti in vari momenti della sua vita. Erano lavori commissionati dal padre Carlo Manziana che trovava così il modo di aiutare economicamente Ghidoni che, affascinato dalla sua vivacità intellettuale e dalla sua bellezza, la idealizzò in diverse figure femminili presenti nella sua opera. Lo scultore la elesse, in senso lato, a propria musa ispiratrice e non stupisce che, in un rispecchiamento allusivo, abbia scelto il suo volto per rappresentare la musa, tutta spirituale, del Moretto.