Confindustria Brescia. Da Brixia allo Spazio: viaggio nella space economy

La Sala Beretta di Confindustria Brescia ha ospitato, oggi pomeriggio, l’evento “Da Brixia allo Spazio: viaggio nella space economy”, promosso dall’Associazione di via Cefalonia in collaborazione con InnexHUB e con il patrocinio della Camera di Commercio di Brescia e di Punto Impresa Digitale.

All’appuntamento, moderato da Cristina Zanini (responsabile Area Sviluppo d’Impresa, Europa e Innovazione di Confindustria Brescia), sono intervenuti Stefania Triva, vice presidente Confindustria Brescia, Anilkumar D. Dave, Space Economy Advisor VC Partner, già Head of Technology Transfer Unit, Agenzia Spaziale Italiana, Marco Di Clemente, Head of Technology Unit Agenzia Spaziale Italiana, Michele Castorina, Head of the Φ-lab Invest Office European Space Agency, Nicola Pizzolorusso, Head of Product Marketing di Telespazio, Guido Parissenti, CEO dell’azienda bresciana Apogeo Space, Mauro Nesti, CEO di Ipre (azienda facente parte delle reti d’impresa bresciane Iobo e M’Apperò), prima dei saluti conclusivi di Giancarlo Turati, presidente di InnexHUB.

L’incontro ha fornito in particolare una panoramica sull’economia dello spazio e sulle potenzialità associate all’utilizzo di tecnologie spaziali nell’industria (e viceversa), offrendo degli esempi concreti di applicazioni spaziali.

“Brescia è un centro economico decisamente importante a livello nazionale, come testimonia il suo contributo al PIL italiano: quale miglior territorio, quindi, per iniziare a parlare di Space Economy – introduce Stefania Triva, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Innovazione e Sviluppo Digitale –? Abbiamo voluto, con questo evento, far avvicinare il mondo industriale a tecnologie apparentemente lontane, cercando applicazioni concrete, per la vita dell’impresa di tutti i giorni.”

“Lo spazio è molto più vicino a noi di quanto pensiamo – spiega Anilkumar D. Dave, Space Economy Advisor VC Partner, già Head of Technology Transfer Unit, Agenzia Spaziale Italiana –. Secondo le statistiche, ogni giorno utilizziamo dalle 25 alle 30 volte tecnologie di origine spaziale, basti pensare alle app di navigazione satellitare. Per il futuro ci sono molte ulteriori possibilità: ad esempio, l’idea di applicare le modalità studiate per la mobilità lunare nel trasporto di acqua e cibo all’interno dei villaggi africani.”

“In Italia contiamo circa 200 piccole medie imprese impegnate nel settore spazio, con 2 centri di incubazione, a Roma e a Torino, oltre a 12 distretti tecnologici – aggiunge Marco Di Clemente, Head of Technology Unit Agenzia Spaziale Italiana –. Numeri importanti, che testimoniano anche quantitativamente la crescita conosciuta dall’economia dello Spazio.”

“Il settore della Space Economy vale oggi quasi 400 miliardi globalmente, la maggior parte dei quali riconducibili ai servizi – racconta Nicola Pizzolorusso, Head of Product Marketing di Telespazio –. Oggi nel settore stiamo assistendo a una forte “democratizzazione”: il costo per lanciare un satellite è crollato, e oltretutto è stato deregolamentato, aspetti che spingono il mercato commerciale, con l’ingresso di nuovi player, per quanto il comparto venga comunque guidato soprattutto da logiche di tipo istituzionale. Le aree di collaborazione con operatori non strettamente legati allo spazio possono riguardare in particolare la componentistica, quale ad esempio la produzione di sensori e antenne, oppure processi di sviluppo condiviso, come in ambito robotico: basti pensare ai bracci meccanici che servono ai satelliti per operare nello spazio e che rimandano a un ambito manifatturiero maturo, come quello bresciano.”

“Siamo una start up che mira a realizzare la prima costellazione di picosatelliti, satelliti con dimensioni molto ridotte da 10x10x3 centimetri – le parole di Guido Parissenti, CEO dell’azienda bresciana Apogeo Space –. In particolare, saranno rivolti all’IoT, che nei prossimi anni conoscerà un importante sviluppo: basti pensare all’agricoltura 4.0, che avrà sempre più bisogno di dati, oppure alla crescente richieste di connettività legata alla gestione delle mandrie negli allevamenti, per conoscere esattamente la loro posizione. La nostra costellazione finale, composta da un centinaio di satelliti, dovrebbe essere in grado di raccogliere questi dati, garantendo appunto una connettività costante e completa, a cui puntiamo di arrivare nel 2027. Oltre agli esempi già citati, potremo applicare la nostra idea al monitoraggio delle foreste e alla prevenzione degli incendi, ma anche alla gestione dei container, e alla loro apertura, nei trasporti marittimi.”

“Partendo dalla computer vision, abbiamo sperimentato un cellulare che scatta foto e gira video – chiude Mauro Nesti, CEO di Ipre (azienda facente parte delle reti d’impresa bresciane Iobo e M’Apperò) –, analizzando le buche presenti sull’asfalto, attraverso appositi algoritmi di segmentazione. Un concetto applicabile anche ad altri campi, ovviamente, dall’agricoltura all’industria.”