Sondaggio Confartigianato su oltre 500 imprese artigiane bresciane
Lo stato attuale di salute delle nostre imprese artigiane bresciane emerge da una instant survey, un sondaggio flash, realizzato da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale nelle due settimane centrali di luglio, concomitanti con la crisi politica in atto e le sempre presenti tensioni sul mercato dellβenergia; dei costi legati alle materie prime e ai loro ritardi; allβincalzante inflazione e dei cantieri rallentati causa caos bonus edilizi e blocco crediti. Vi emerge che il fatturato nel primo semestre ha retto. CosΓ¬ come le imprese artigiane bresciane hanno investito in processi produttivi e personale, nonostante la carenza cronica di forza lavoro (che ha superato in media il 50% dei profili mancanti o difficile da reperire nella stragrande maggioranza dei comparti) e dellβinstabilitΓ politica con la crisi politica che ha portato allo scioglimento dellβesecutivo guidato da Mario Draghi e dato il via alla campagna elettorale estiva che si somma alle problematiche in corso per chi fa impresa. Con lβincertezza sul futuro che addensa nubi allβorizzonte sul piΓΉ prossimo futuro.
Β«Il positivo segnale di tenuta β con la metΓ degli intervistati che ha registrato sostanziale tenuta o aumento, cosΓ¬ come la voglia di reagire mettendo in campo azioni di sviluppo e investimento sono di fondamentale importanza soprattutto se visti al netto di tutte le difficoltΓ che stiamo affrontando. Un segnale positivo che perΓ² fa il paio con un pessimismo crescente sul prossimo futuro e sullβautunno in particolareΒ» commenta cosΓ¬ il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.
Il sondaggio ha coinvolto oltre 500 imprese (560 per la precisione), un quarto delle quali (25%) operanti nella metalmeccanica, il 15% nellβedilizia, trasporto 11%, il 10% nel legno e arredo e, a seguire, gomma-plastica (9%), autoriparazione 6,4%, benessere 6%, comunicazione 4,6%, altro (12,6%). Tra i rispondenti il 42,9% ha fino a 3 dipendenti, oltre 2 su tre ha tra i 4 e i 9 dipendenti (39,3%), da 10 a 15 dipendenti il 10,7% oltre i 15 il 7,1%. EtΓ eterogenea, con prevalenza tra i 48 e i 59 anni, netta prevalenza di titolari e legali rappresentanti (67,9%), uomini 60,7% contro il 39,3% delle donne.
Alla domanda sul fatturato, nei primi 6 mesi del 2022: il 35,1% ha risposto che Γ¨ rimasto sostanzialmente invariato, il 26,2% Γ¨ aumentato fino al 10%, il 16,7% ha registrato aumenti superiori, mentre circa il 22% ha segnalato cali (dal 10 al 30%). Tra i settori dove si registra una prevalenza di imprese che prevedono per il prossimo semestre una dinamica stazionaria del fatturato: il manifatturiero, il terziario e lβalimentare. Meno fiducioso il comparto Costruzioni e Trasporti con previsioni in calo.
Investimenti: alla domanda se nel 2022 ha messo in campo azioni di sviluppo, oltre la metΓ (51,8%) ha risposto positivamente. In particolare attivando una o piΓΉ di queste azioni: innovando processi e prodotti (48%) assumendo nuovo personale (33%), investendo in ricerca sviluppo (25,9%), trovando nuovi mercati (25,9%).
Rispetto al prossimo semestre del 2022 la previsione Γ¨ stazionaria per il 50% degli intervistati, peggiore per il 26,8%, in miglioramento per il 23,2%. Meno bene la propensione agli investimenti: nella seconda metΓ del 2022 il 41,4% degli intervistati Γ¨ propenso ad investire, il 58,9% no.
Β«Oltre alle difficoltΓ di chi lavora e produce oggi, cβΓ¨ malumore e molta attesa. E lo sappiamo che ciΓ² che mina la piccola impresa Γ¨ lβincertezza, dunque gli imprenditori stanno resistendo, ma in un momento drammatico come questo il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale e i provvedimenti con lβautunno rischiano di tardare: mi riferisco ai bonus legati al mondo dellβedilizia, alla riduzione dei costi dellβenergia e lβimpatto dellβinflazione, alle risorse e al piano del PNRR da portare a compimentoΒ» prosegue il presidente Massetti.
Il balzo dei prezzi delle commodities energetiche sta portando le imprese a: assorbire i maggiori costi perlopiΓΉ riducendo i margini nel 43% dei casi e/o scaricare parte sul cliente finale aumentando i prezzi nel 37%. Nel sondaggio si Γ¨ chiesto quali azioni si ritengano piΓΉ idonee per affrontare il presente, ma soprattutto il futuro dellβimpresa: al primo posto la sostenibilitΓ energetica legata allβefficientamento energetico (30,9% dei casi), lβampliamento del numero dei committenti (27,7%), lβattivazione di nuovi canali di vendita, la formazione e il capitale umano (21%).
Accesso al credito: se nel 2022 restante si ha intenzione di attivare una o più forme di accesso al credito, il 61% ha risposto che non intende attivare misure di accesso credito, il 39% sì, finalizzato nel 25,5% dei casi a sostenere investimenti in macchinari e digitalizzazione e per ristrutturare il debito il 9,1% dei casi.