LakEMaging – la caccia all’acqua prosegue via terra e nel lago

Si tratta di un’operazione analoga a quella dell’elicottero rabdomante Skytem, che lo scorso inverno ha sorvolato il nostro territorio con un enorme radar. Stavolta però i tecnici si sono serviti di una barca che può raggiungere anche zone protette, tra cui le Torbiere del Sebino, dove il rumore del velivolo avrebbe disturbato la fauna autoctona.

A sud del lago d’Iseo, su un tratto di circa 16 km. è stato condotto anche un progetto dedicato, per eseguire una batimetria il più corretta possibile, cioè definire il profilo dei fondali, dei primi metri del fondo del lago e lo spessore della tavola d’acqua.

Tutte informazioni che possono aiutare a trovare nuove fonti d’acqua e a comprendere meglio la relazione e gli scambi fra livelli del lago e falde acquifere sotterranee e soprattutto a capire la disponibilità in termini di risorse idriche potabili. La ricerca via terra non si ferma qui: nel territorio di Zone grazie a un ricevitore e un trasmettitore portatili che vengono indossati come uno zaino da due persone, o trasportate su slitta, è possibile acquisire dati durante la marcia da un minimo di 30 metri sottoterra a un massimo di 600 metri.

Lo studio è oggetto di un dottorato di ricerca della durata di tre anni, cofinanziato da Acque Bresciane e condotto dall’Università degli Studi di Milano, in particolare dal gruppo coordinato del professor Gianluca Fiandaca, che ha raccolto i dati elettromagnetici. Allo scopo viene impiegato uno strumento utilizzato per la prima volta in Italia, il floaTEM, la versione acquatica del tTEM.

Il referente del progetto per Acque Bresciane è Gianfranco Sinatra che precisa: “Si tratta di uno strumento che genera un campo elettromagnetico, trasmette onde nel sottosuolo e successivamente queste vengono restituite in superficie e registrate dal ricettore.  Questo lavoro è stato fatto anche a Zone, un’area in sofferenza idrica, per verificare se ci sono corpi acquiferi che possono essere utili per uso civile. È la prima volta, almeno in Lombardia, che viene fatto questo tipo di attività.”

Per i dati definitivi bisognerà attendere ancora qualche mese, nel frattempo continueranno le ricerche con mezzi altamente tecnologici alla scoperta di sorgenti per arricchire le reti idriche civili.