«Crisi del Medio Oriente: quali scenari per le imprese bresciane? Logistica, energia, materie prime: l’industria alla prova del Mar Rosso»

La crisi in Medio Oriente e lo shock logistico che ha colpito il Mar Rosso impattano da mesi sull’economia internazionale e sulle sue dinamiche. Che prospettive aspettarsi per questa crisi? Come le imprese dovranno far fronte a questa ennesima svolta che crea incertezza sull’economia internazionale? Confapi Brescia ne ha discusso in un webinar, tenutosi lunedì pomeriggio, aperto dal presidente Pierluigi Cordua, il quale si è soffermato sul significato e gli obiettivi dell’iniziativa: «La nostra associazione vuole essere al fianco delle imprese socie per aiutarle a pensare globale per agire localmente. Sempre di più è fondamentale, per gli operatori di mercato in un’area votata all’industria e all’export, capire le ripercussioni dei grandi eventi globali, delle sfide geopolitiche e delle partite che animano gli scenari internazionali per la quotidianità della nostra economia. Si tratta di una sfida importante, ma che mostra anche la forza e la resistenza del nostro sistema, capace di adattarsi alle crisi».

Nel contesto della crescente disruption delle forniture, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino – in apertura dei lavori – ha sottolineato la necessità di una riconsiderazione strategica. Ha dichiarato: “È imperativo adottare un approccio più robusto alla gestione delle scorte a livello di catena. La pianificazione just in time non è più sufficiente. È essenziale un cambiamento di strategie, inclusa un’attenta revisione del dual sourcing, per affrontare con successo le sfide attuali e garantire una logistica resiliente e efficiente”.

E’ seguito l’intervento di Andrea Muratore, analista economico e geopolitico. «Le sfide geopolitiche del Medio Oriente, dall’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre scorso, insegnano come spesso oggigiorno gli scenari internazionali possano creare un effetto a cascata a lungo raggio se non debitamente controllati e gestiti – ha affermato Muratore -. La “policrisi” di cui spesso si parla è questo: una tendenza alla generale anarchia del contesto internazionale in cui gli effetti delle grandi dinamiche politiche e delle sfide economiche più sistemiche si moltiplicano reciprocamente, mettendo sotto stress un sistema globale già messo alle corde dalle crisi dello scorso triennio, dal Covid all’Ucraina».

Il consigliere del Ministero della Difesa e di Confapi, l’analista Gianclaudio Torlizzi, ha sottolineato le principali conseguenze sui mercati. «La crisi nel Mar Rosso sta facendo nuovamente riaffiorare problematiche sulla natura strutturale della logistica mai veramente risolte. Nel complesso, le imprese manifatturiere italiane lamentano già ritardi negli arrivi di materiale dall’Asia e un aggravio dei costi se si pensa che il nolo di un container 40 piedi è passato dai $1500 di inizio dicembre agli attuali $6000/$7000. Non solo: i ritardi nelle consegne stanno spingendo le multinazionali (auto, elettrodomestici) a ridurre le produzioni creando così i presupposti di una prossima carenza di materiale e conseguentemente di nuova fiammata dei prezzi non appena la situazione a Suez sarà almeno in parte rientrata e i consumi industriali europei ripartiranno nella seconda metà del 2024».

Alberto Rizzi, Visiting Fellow dell’European Council for Foreign Relations, ha concluso: «La crisi del Mar Rosso arriva in un momento di trasformazione infrastrutturale europea sul lato energetico e logistico. Il passaggio da un sistema basato sui gasdotti dalla Russia ad un ruolo di primo piano del GNL espone l’UE a vulnerabilità del contesto marittimo globale. L’Europa sta sviluppando due nuove direttrici per merci: il Corridoio di Mezzo in Asia Centrale e IMEC con India e Golfo, ma sono integrazioni di lungo periodo, inadatte a rispondere rapidamente a un a crisi temporanea».