Domenica 11 febbraio, supplica Ab omni malo e cerimonia del Galero rosso

Nell’ambito delle iniziative organizzate per festeggiare i Santi Faustino e Giovita, patroni di Brescia, domenica 11 febbraio 2024 alle 10, nella Basilica dei Santi Faustino e Giovita, si svolgerà la santa messa e supplica “Ab Omni Malo”. Nell’occasione la sindaca di Brescia Laura Castelletti rivolgerà, a nome della città, la tradizionale supplica rivolta ai Santi Patroni.

Secondo la tradizione, fin dal medioevo, all’inizio di ogni anno i rettori del Comune di Brescia si recavano nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita e, davanti alle spoglie dei due martiri, rivolgevano loro, con una supplica solenne, la richiesta di protezione per l’intera città, offrendo l’olio necessario per mantenere acceso tutto l’anno un lume davanti all’arca che ne conservava le reliquie. Da qualche anno, per iniziativa della Confraternita dei Santi Faustino e Giovita, la tradizione rivive.

La sindaca, con una rappresentanza di assessori e consiglieri comunali, si reca alla basilica dei Santi Faustino e Giovita e, durante la Santa Messa, rivolta al celebrante, legge il contenuto di una pergamena con la quale rivolge ai Santi Patroni la richiesta di rinnovare la loro protezione alla città.

Alle 16.30, dalla basilica dei Santi Faustino e Giovita a palazzo Loggia, avrà luogo la “Cerimonia del galero rosso o del capèl”. Fin dal medioevo, in occasione della ricorrenza della festa dei Santi Patroni, l’abate del monastero di San Faustino si recava in Comune per consegnare ai rettori un berretto, simbolo di protezione e segno di accoglimento della supplica che era stata loro rivolta a nome di tutti i bresciani. Come da tradizione, il parroco di san Faustino raggiungerà palazzo Loggia per consegnare nelle mani della sindaca Laura Castelletti il galero rosso, simbolo della protezione concessa alla città dai Santi Patroni. Il gesto, carico di simboli, richiama l’istituto giuridico del “launehil”, previsto dalle leggi longobarde, con cui si sanciva un patto: in questo caso la fedeltà reciproca fra la città e i due giovani martiri bresciani.