A Palazzo Avogadro dal 21 ottobre al 12 novembre la mostra d’arte collettiva “Tacco 12”

Sabato 21 ottobre alle ore 17,00 a Palazzo Avogadro verrà inaugurata la mostra d’arte contemporanea collettiva “Tacco 12” – La gabbia seducente dello stereotipo femminile e la bellezza della normalità – Dall’esuberanza alla paura, con l’intervento critico di Andrea Barretta.

La mostra è patrocinata dall’Assessorato Cultura e Assessorato e Commissione Pari Opportunità del Comune di Sarezzo e dalla Comunità Montana di Valle Trompia.

La mostra, a cura di Gianfranco Mascelli e Pierluigi Cattaneo, resterà aperta fino al 12 novembre con i seguenti orari: venerdì e sabato ore 15,30 – 19,00; domenica e giorni festivi ore 10,00-12,00 e 15,30-19,00.

Sabato 28 ottobre alle ore 17,00 Mara David e l’attrice Adina De Santis presentano ill libro “Oltre l’orizzonte ferito – una donna, una storia” di Veneranda Basile. Con la partecipazione straordinaria del soprano Alessia Pintossi.

La bellezza di uno slancio fisico, la ricchezza di un valore culturale, di una professione, qualunque essa sia è il valore della bellezza e della consapevolezza del proprio bagaglio che la segue e di cui può esserne persino orgogliosa, grata, è la bellezza della normalità.

È sempre una sorpresa ciò che accade a ognuna, ogni giorno. Non è un appello e non vuole essere nessun sollecito, vuole essere solo un’attenzione verso la donna. La storia, la cronaca lo racconta quotidianamente: è dalla normalità di relazioni che si arriva a risultati insospettabili, d’introverse riflessioni e paura della solitudine. L’uomo, il debole, è quello che più di tutti ha paura, paura dell’abbandono e il terrore lo rende mostro, privo di ogni freno inibitorio, pronto a tutto, anche se scientemente consapevole delle conseguenze cui va incontro, in ogni caso, sia che rivolga l’arma anche verso sé stesso e sia che si fermi prima, è comunque un’insana risultanza dell’essere umano. Ed è su questo che “Tacco 12” pone la propria attenzione e lo fa con l’arte della donna, delle donne, nel pieno della normalità esistenziale.

In questo evento l’arte si rivolge alle artiste ed è dalle loro opere che noi vediamo l’esito che se ne trae e non per un giudizio esterno o una qualunque considerazione, ma solo per il rispetto verso loro stesse che va dato da tutti a tutte.”

Gianfranco Mascelli

La prima esposizione della rassegna è stata espressa da un gruppo selezionato di sole donne, ospitato presso Palazzo Orsini nel Comune di Bomarzo (VT) dal 1° al 30 aprile 2023.

La mostra che si tiene a Palazzo Avogadro sarà caratterizzata da:

  • un’integrazione alle partecipanti alla rassegna di Bomarzo con Artiste di alto profilo, scelte tra pittrici e scultrici già collaboranti con l’Associazione Culturale Centro Arte LuPier di Gardone V.T. e che, causa impegni precedentemente assunti, non hanno potuto essere presenti alla mostra di Bomarzo;
  • l’introduzione di una sezione dedicata ad Artisti maschi di indubbio profilo artistico e sempre scelti a cura della Commissione artistica del Centro Arte LuPier e del suo Presidente Pierluigi Cattaneo. Si ritiene infatti estremamente interessante indagare il tema del progetto anche con uno sguardo maschile, favorendo un confronto che superi qualsiasi ambiguità e distinzione, ma anzi diventi testimonianza di “valore” e rispetto…oltre qualsiasi stereotipo e paura.

FILO CONDUTTORE:

Noi crediamo che oggi sia necessario:

–             richiamare ciascuno di noi (artista e fruitore) alla responsabilità, insita nella natura umana, verso valori quali il dialogo, il rispetto dell’altro/a, la libertà di identità e di ruolo;

–             portare elementi propositivi quali un pensiero artistico che si faccia attuatore, attraverso la realizzazione di un manufatto, di un grande messaggio di verità allenando lo sguardo a vedere la bellezza della normalità!

Il nostro progetto si muove pertanto avvalendosi di certezze che hanno come riferimento parole quali conoscenza equiparabile a crescita, e trasmissibilità uguale a comunicazione, dove troppe volte la parola indica il limite e non la possibilità.

Il fare artistico progettuale lo si veda allora come operazione adeguata a poter coniugare istanze di senso, quali il crescere e il trasmettere in termini di proposta attiva.