Col nuovo Festival dell’educazione Brescia si scopre due volte capitale

Nell’ambito delle iniziative di Bergamo-Brescia capitale italiana della cultura 2023, Brescia si affaccia alla ribalta nazionale anche come “capitale dell’educazione”.

La vocazione pedagogica della città, che ha alimentato una secolare tradizione di pensiero e azione, ispira il nuovo Festival internazionale dell’educazione, in programma dal 4 all’8 ottobre 2023 per iniziativa di Università Cattolica del Sacro Cuore, Fondazione Brescia Musei, Fondazione Asm, Editrice La Scuola, Editrice Morcelliana, InnexHub, Fondazione Aib, con il sostegno di Fondazione Cariplo, Feralpi Group e Cassa Padana, in media partnership con Rai News24, Rai Cultura, Rai Radio1, Avvenire e Giornale di Brescia, e sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, chiamato a rinnovare i propri rappresentanti nelle elezioni del 6-9 giugno 2024.

Nel centro storico si alterneranno lecture internazionali, talk, laboratori per bambini e genitori, spettacoli, mostre, approfondimenti tematici per insegnanti e educatori (il 5 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’insegnante voluta nel 1994 dall’Unesco), incontri di formazione per gli studenti delle scuole secondarie, attività rivolte al mondo dell’impresa e alla formazione degli adulti, iniziative per gli studenti universitari. Un ricco palinsesto di appuntamenti che ha l’ambizione di far emergere “buone notizie” e buone pratiche nel mondo dell’educazione.

L’idea del Festival – e della prima edizione dedicata alle “comunità educative” – è nata nel pieno dell’emergenza Covid, quando la pandemia segnò profondamente Bergamo e Brescia, città laboriose e solidali, ricche di tradizioni e di progetti per il futuro, costrette all’improvviso a fare i conti con il limite e la precarietà, che hanno eroso i legami sociali e i rapporti tra le generazioni. Città ferite, ma non rassegnate, capaci di rialzarsi investendo anche sulla candidatura congiunta a Capitale italiana della cultura, attorno al tema: “La città illuminata”.

Tra le luci che rischiarano questa ripartenza c’è la scommessa stessa del Festival. «È l’educazione che, con il suo potere trasformativo, porta con sé la capacità di rigenerare il tessuto connettivo della comunità» afferma il direttore scientifico Domenico Simeone, preside della facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica. «Si tratta di uno straordinario strumento di cambiamento, ma anche di un’opportunità per consolidare le relazioni e costruire quella fitta trama di rapporti che creano comunità che educano». Ed è la cronaca a renderne evidente la necessità. «La povertà educativa e la mancanza di cura nelle relazioni portano i giovani a mettere in atto comportamenti inadeguati, devianti, violenti, che conducono alla sopraffazione e al non rispetto dell’altro, preparando il terreno fertile per il degrado e la criminalità» prosegue il direttore. «L’educazione è il dono più prezioso che gli adulti possono offrire ai giovani che stanno crescendo. È urgente allacciare un patto tra le generazioni, dove il mondo adulto è in grado di assumersi le proprie responsabilità educative, per permettere ai ragazzi di vedere realizzati i propri desideri e i propri sogni».

Alle grandi sfide dell’educazione saranno dedicate le lectio dei coniugi Etienne e Beverly Wenger, leader mondiali nel campo dell’apprendimento sociale e ideatori delle comunità di pratiche, che inaugureranno il Festival mercoledì 4 ottobre, Giornata internazionale del dono; di Roger François Gauthier, consulente del ministero dell’Istruzione francese, uno dei più grandi esperti internazionali di comparazione dei sistemi educativi e scolastici (giovedì 5 ottobre); di Carles Hadji, ricercatore francese, specialista di fama mondiale per la valutazione in ambito scolastico e non solo, che dialogherà con Roberto Ricci, presidente dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione – Invalsi (venerdì 6 ottobre).

Sul pensiero e l’opera di don Lorenzo Milani, nel centenario dalla nascita, si soffermeranno le iniziative della Giornata mondiale dell’insegnante (5 ottobre), con gli interventi di Eraldo Affinati, giornalista e scrittore, Francesco Tonucci, ideatori della città dei bambini, che ha condiviso la riflessione e l’azione educativa con lo stesso Milani, con Gianni Rodari e il maestro Mario Lodi, e di José Corzo Toral, docente dell’Università di Madrid, fondatore di una scuola ispirata al metodo del Priore.

Il modello pedagogico elaborato nel cuore del Mugello ispira anche lo spettacolo teatrale “Le ragazze di Barbiana” (giovedì 5 ottobre), un’originale rilettura al femminile di quell’incredibile esperienza educativa, raccontata attraverso le testimonianze di donne che negli anni ‘50 e ’60 hanno avuto la fortuna di frequentarla. Chiuderà il Festival, domenica 8 ottobre, un’altra pièce teatrale dedicata a Rosa e Carolina Agazzi, le grandi educatrici bresciane attive nella prima metà del ‘900, esponenti di quella lunga tradizione che consente a Brescia di definirsi una “città dell’educazione”.