La bellezza e il tormento: rinascimento pittorico lombardo di Moretto, Romanino e Savoldo

In occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, grazie al sostegno del Comune di Brescia, l’associazione culturale Concerto e Cieli Vibranti promuovono congiuntamente un nuovo festival dedicato ai tre grandi maestri della pittura bresciana del Rinascimento, sviluppato a partire dal modello di consolidato successo del festival “I volti del Romanino. Rabbia e fede”.

Il progetto intende valorizzare con iniziative innovative e il coinvolgimento di artisti ed ensemble di fama nazionale e internazionale lo straordinario patrimonio artistico costituito dai capolavori di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (1498-1554 circa), Girolamo Romani, detto Romanino (1484-1566 circa) e di Giovanni Girolamo Savoldo (1480-1548 circa).

Il festival, che si terrà in vari luoghi della città dal 1 settembre al 28 ottobre, si articolerà in visite guidate didattiche, spettacoli e produzioni originali, anche con l’ausilio di nuove tecnologie, per consentire al pubblico di accostarsi al grande patrimonio pittorico rinascimentale bresciano, coniugando una proposta culturale di ampio respiro e la promozione turistica del territorio.

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero, per favorire la massima partecipazione.

 

 

Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, come testimonia anche l’eccezionale crescita di visitatori registrata nei primi mesi dell’anno, costituisce un’opportunità irripetibile per la nostra città e il suo territorio.

L’attenzione mediatica, la curiosità dei turisti, l’entusiasmo ritrovato degli stessi abitanti sono, per chi opera in ambito culturale, un invito all’azione, nella consapevolezza che quest’esperienza sarà tanto più fruttuosa quanto più sarà occasione di riscoprire il nostro patrimonio storico-artistico superando i circuiti e le prospettive tradizionali, di riannodare i legami tra la comunità e le proprie radici, di costruire reti di collaborazione capaci di durare nel tempo.

In questa prospettiva la nostra associazione, attiva da oltre dieci anni sul territorio bresciano e da sempre attenta alla valorizzazione del passato quanto al coinvolgimento attivo delle persone in percorsi di crescita culturale e inclusione sociale, ha creduto fortemente nel progetto “La bellezza e il tormento” che oggi si presenta.

Grazie alla collaborazione con Cieli Vibranti – una realtà culturale che da sempre coniuga serietà dei contenuti, qualità degli interpreti e originalità delle proposte – il Rinascimento pittorico bresciano – l’età dell’oro dell’arte di Moretto, Romanino e Savoldo – sarà raccontato agli studenti con itinerari coinvolgenti ed esplorato e valorizzato dai contributi di grandi artisti, intrecciando teatro, musica, poesia e nuove tecnologie.

Il nostro ringraziamento va quindi al Comune di Brescia per il sostegno offerto al progetto, a Cieli Vibranti per la disponibilità, la competenza e la creatività e a tutti coloro che hanno collaborato e collaboreranno perché il Festival sia davvero un’occasione preziosa per cogliere l’attualità e la forza dell’eredità culturale che tutti siamo incaricati di custodire.

 

Marilena Puzzi

Presidente

Associazione Concerto

 

 

Romanino, Moretto e Savoldo sono i campioni di un’età dell’oro della pittura bresciana, protagonisti di un Rinascimento che dialoga con i maggiori poli culturali dell’epoca – Roma, Firenze e Venezia – senza esserne succube e assumendo una propria, definita identità. Se Moretto incarna un’arte che insegue la pura bellezza, nel segno di un ricercato, elegante equilibrio, Romanino riflette con pennellate di un feroce realismo tutte le inquietudini del suo tempo, inquietudini che Savoldo sublima in una pittura dai tratti misteriosi, che nelle sue ombre già prefigura l’arte di Caravaggio.

“La bellezza e il tormento” è un nuovo festival che racconta in chiave originale – attraverso la musica, il teatro, le nuove tecnologie – l’eredità culturale di queste tre eccezionali personalità d’artista, figure che esprimono la ricchezza di un patrimonio storico-artistico che, specialmente in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, deve essere valorizzato con rinnovate energie creative.

 

Fabio Larovere

Direttore Artistico

“La Bellezza e il Tormento”

 

 

Lo spettacolo è l’attraversamento della sceneggiatura del “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, che come Romanino, cui la serata è dedicata, tra alcune convergenze e molte diversità, osserva e illustra la pagina evangelica. Esplorando i punti di contatto tra due grandi sistemi di senso, con Romanino da un lato e secoli dopo Pasolini, edificati a partire da Matteo, osserveremo quindi la filigrana di questa carrellata di immagini, le une effettive e le altre metaforiche, ovvero narrate e ricreate attraverso le parole di Pasolini. Parole, peraltro, che descrivono quello che poi si tramuterà a sua volta in immagine, perché destinate all’appunto che precede la messa in opera cinematografica. Quindi incontreremo le lettere di Pasolini che riguardano il Vangelo secondo Matteo, il lavoro preparatorio e frammenti della sua opera poetica che trattano temi evangelici e li esplorano, con tutta la pericolosità e la particolare turbolenta voracità con la quale Pasolini ha toccato questa materia, e poi ancora pagine del trattamento cinematografico e poi della sceneggiatura vera e propria. Sarà quindi una serata in forma di sinestesia, in cui i sensi concorrono alla riedificazione per immagini della pagina di Matteo attraverso questa duplice vocazione immaginifica che abbiamo voluto provare ad esplorare, quella di Pasolini che inventa poi l’immagine del cinema e quella di Romanino che lo precede naturalmente ma che lo ispira quanto a poetica, quanto a tocco, offrendogli il destro per una visione così potente, terrena, terrestre nell’osservazione della materia spirituale e che pure nella terrestrità e quindi nella profonda umanità con la “u” minuscola trova la “u” maiuscola del Vangelo e quindi del figlio dell’uomo.

È bello ricordare che il progetto è nato a Pisogne nella Chiesa della Madonna della Neve e che sulle immagini del Romanino direttamente abbiamo ricreato attraverso la parola di Pasolini il Vangelo di Matteo, riassociando in maniera inedita quella parola a quella immagine e che ora in un luogo di nuovo toccato dalla presenza di Romanino troviamo diversamente ambientata la parola di Pasolini e in qualche modo sganciata da quell’inventario di immagini e da quella specifica narrazione iconografica ma comunque arricchita dalla grande suggestività della Rotonda Bresciana.

In questa sinestesia di cui parlavo un ruolo importante lo avrà la presenza della musica, che offrirà una sorta di pedale, un basso continuo a questa riedificazione poetico-immaginifica della pagina evangelica e sarà la musica di Roberto Bindoni, da lui composta ed eseguita dal vivo, che andrà ad intrecciarsi alla voce mia e di Francesco Martucci, che offrirà una sorta di “eco” della mia stessa voce, in questo gioco di specchi di una serata di parole, musica e immagini in cui tutto si tiene.

 

Luca Micheletti

Attore e regista

IL PROGRAMMA PER LE SCUOLE

 

 

La prima parte del progetto si compone di tre itinerari didattici dedicati agli studenti delle scuole superiori della città e della provincia di Brescia, con la formula delle “Passeggiate letterarie”, condotte da una guida che non solo introduce alla storia dei luoghi, ma propone letture ispirate dai tesori dell’arte che quegli stessi luoghi custodiscono.

Gli itinerari si terranno nel mese di ottobre, in date che saranno concordate con gli istituti scolastici aderenti.

 

Primo itinerario: DIMENTICARE TIZIANO. IL POLITTICO AVEROLDI E LA PITTURA BRESCIANA DEL RINASCIMENTO

Visita della chiesa dei santi Nazaro e Celso, che custodisce il magnifico Polittico Averoldi di Tiziano Vecellio, opera fondamentale per lo sviluppo della pittura bresciana del Rinascimento. La stessa chiesa custodisce capolavori di Moretto e di altri grandi artisti, non solo del Rinascimento.

 

Secondo itinerario: MORETTO E ROMANINO. LA SFIDA

Visita guidata alla chiesa di san Giovanni, che custodisce la cappella del Santissimo Sacramento, capolavoro assoluto del Rinascimento bresciano, con Romanino e Moretto che si confrontano sul tema dell’Eucarestia.

 

Terzo itinerario: IL FIORIRE DEL RINASCIMENTO IN CITTÀ. VISITA GUIDATA ALLA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO

Visita alla pinacoteca che custodisce alcuni straordinari capolavori dei tre grandi artisti del Rinascimento bresciano: Moretto, Romanino e Savoldo.

 

 

IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL

 

DUOMO VECCHIO

Venerdì 1 settembre, ore 20.45

IL VANGELO SECONDO MATTEO: SCENEGGIATURA

Luca Micheletti legge Pier Paolo Pasolini

Con Francesco Martucci, voce e Roberto Bindoni, chitarra

Evento inaugurale del festival

 

PINACOTECA TOSIO MARTINENGO

Sabato 7 ottobre, ore 14.30

IL SUONATORE DI FLAUTO

Matteo Benedetti, flauto

Una visita guidata impreziosita dalle note originali del flauto tratte dal celebre quadro di Savoldo

 

CASCINA PARCO GALLO

Venerdì 13 ottobre, ore 20.45

HYER ROMANUS BRIX

Tommaso Giorgi, voce narrante

Aksak Project 4et

Vita e disavventure di Girolamo Romanino tra Cremona, Brescia e Trento, in una narrazione avvincente con musiche originali.

 

CHIESA DI SANTA MARIA IN CALCHERA

Sabato 14 ottobre, ore 18

CRUS D’AMUR

Franca Grisoni, poetessa

Eleuteria Arena, voce e violoncello

Le poesie in dialetto di Franca Grisoni, ispirate all’arte di Romanino, in un reading tra bellezza e spiritualità.

 

 

PALAZZO AVEROLDI

Domenica 15 ottobre, ore 17

CIASCUNO SUONI, BALLI E CANTI!

Ensemble Comes Amoris

Un concerto vocale e strumentale dedicato alla musica rinascimentale

 

CHIESA DI SAN GIOVANNI

Sabato 21 ottobre, ore 18.30

ROMANINO E MORETTO. LA SFIDA
Francesco Botti, organo

Davide Dotti, storico dell’arte

Fabio Larovere, direttore artistico

Due esperti d’arte diventano avvocati difensori dei due grandi artisti del Rinascimento bresciano a confronto nella magnifica Cappella del Santissimo Sacramento, con il contrappunto di pagine organistiche d’epoca

 

CASCINA PARCO GALLO

Sabato 28 ottobre, ore 18

ROMANINO VIRTUAL REALITY

Negli spazi della Cascina Parco Gallo, il pubblico potrà fruire di un’esperienza unica, un viaggio dentro l’arte di Romanino grazie alla realtà virtuale e ai visori Oculus Quest 2. Prenotazione obbligatoria al 3285897828 o scrivendo a info@cielivibranti.it

Al termine, è prevista una cena rinascimentale, con il recupero delle ricette e dei piatti originali dell’epoca, valorizzando il patrimonio enogastronomico storico lombardo. Per prenotazioni: 3341046966

 

 

Franca Grisoni

Croce d’amore. Crus d’amur

Passione in versi ispirata dai capolavori del Romanino

Con testi di Giuseppe Langella e Fabio Larovere

Interlinea, 2016

 

«Tua la croce d’amore / l’alta bandiera del regno / da piantarci in cuore» scrive Franca Grisoni rivolgendosi a una donna, Maria, di cui narra la vita accanto al figlio Gesù («Tò la crus d’amur / l’alta bandiera del regn / da piantane nel cör»). È un viaggio in versi, nel dialetto lombardo del lago di Garda, a confronto con opere del pittore cinquecentesco bresciano Romanino. I dipinti si offrono allo sguardo dell’autrice quale luogo fisico in cui le tappe della passione prendono corpo tra poesia e arte: «E tu, pittore, senza parole, / come lo hai sperato / lo mostri: / vuoi farcelo sperare».

 

Franca Grisoni è nata a Sirmione, dove vive. In collaborazione con istituzioni pubbliche e private organizza corsi biblici ed eventi culturali. Collabora con il “Giornale di Brescia”, “Paragone Letteratura”, “Città & Dintorni” e “Psicogeriatria”. Scrive nel dialetto di Sirmione. Ha pubblicato: La böba, prefazione di Pietro Gibellini, San Marco dei Giustiniani, Genova 1986 (premio Bagutta opera prima); El so che te se te, Pananti, Firenze 1987 (premio Empoli); L’oter, prefazione di Franco Brevini, Einaudi, Torino 1988; Ura, Pegaso, Forte dei Marmi 1993; De chi. Poesie della penisola di Sirmione, Scheiwiller, Milano 1997 (premio Viareggio); La giardiniera, L’Obliquo, Brescia 2001; L’ala, prefazione di Giovanni Tesio, Liboà, Torino 2005 (premio Biagio Marin); Passiù, prefazione di Giovanni Tesio, postfazione di Giacomo Canobbio, L’Obliquo, Brescia 2008; Poesie, a cura di Paola Carmignani, prefazione di Pietro Gibellini, Morcelliana, Brescia 2009 (premio Salvo Basso, premio Tirinnanzi); Compagn, prefazione di Giovanni Tesio, postfazione di Giacomo Canobbio, Morcelliana, Brescia 2012 (premio nazionale PontedilegnoPoesia); Medea, con una nota di Franco Brevini, Fondazione Etica-L’Obliquo, Brescia 2012; L’ös / L’uscio, prefazione di Marco Trabucchi, L’Obliquo, Brescia 2013; per Interlinea Croce d’amore / Crus d’amur. Passione in versi ispirata dai capolavori del Romanino con prefazione di Giuseppe Langella e una nota di Fabio Larovere, 2016 e Alzheimer d’amore. Poesie e meditazioni su una malattia, 2017. E inoltre: Appunti sul far critica di Cesare Garboli, Pananti, Firenze 1992; Nel tempo di Mattioli, con uno scritto di Cesare Garboli, L’Obliquo, Brescia 2005.

 

 

Biblia pauperum – Introduzione alle pitture verbali di Franca Grisoni

Dall’introduzione di Giuseppe Langella

 

Le dodici liriche qui riunite sono ispirate ad altrettante opere del Romanino, opportunamente riprodotte a fronte: affreschi e tele dispersi, per lo più, in chiese e conventi del bresciano, di soggetto cristologico o mariano. Episodi evangelici ed espressioni della pietà religiosa s’intrecciano, in questo ideale catalogo, ai grandi misteri della fede cristiana, quelli che una millenaria tradizione devota ha affiancato alla recita quotidiana del rosario. Il lettore viene condotto attraverso le tappe di un cammino ascetico che ripercorre la storia della salvezza, dall’annuncio dell’incarnazione alla gloria del Risorto e oltre, fino all’intronazione della Vergine Madre a regina del cielo, passando per le stazioni dolorose della Passione e del descensus ad inferos.

Tra l’arte della penna e quella del pennello, si sa, i contatti, le osmosi, gli scambi, i tributi, sono sempre stati all’ordine del giorno. Il fenomeno è talmente noto che insistervi sarebbe solo pedanteria. Preme piuttosto chiarire, preventivamente, con quale intendimento Franca Grisoni si sia accostata ai dipinti del Romanino e che tipo di lavoro abbia compiuto su di essi. L’operazione presenta, infatti, alcune peculiarità davvero notevoli, sulle quali vale la pena di indugiare. Chi andasse a cercare, in questa invenzione di riflesso, le tracce di una competizione virtuosistica col pittore per affermare, alla maniera del Foscolo delle Grazie, il primato evocativo della parola sull’evidenza materiale delle forme plastiche e delle immagini colorate, rimarrebbe spiazzato, come pure, all’opposto, chi si aspettasse di leggere una semplice trascrizione tematica degli episodi raffigurati dall’artista. Perfino nell’assolvimento della loro, del resto imprescindibile, funzione didascalica, i testi della Grisoni si tengono lontani tanto dall’emulazione quanto dal doppiaggio.

In coerenza con quella poetica dell’umiltà che l’ha sempre contraddistinta, la Grisoni non gareggia con la fonte figurativa, ponendosi, semmai, al suo servizio. Ma illustrare l’opera del Romanino non significa, per lei, banalmente, riferirne i contenuti, risalendo all’evento o alla situazione che il pittore ha voluto rappresentare. La Grisoni non fa dell’arte del Romanino soltanto uno spunto devozionale, un pretesto per toccare determinati motivi: i suoi versi vogliono essere anche un omaggio al pittore bresciano. Contemplare i fatti salienti che stanno alla base del suo credo cristiano resta, beninteso, il fine ultimo della poetessa; ma mediante e dentro le opere del Romanino. I dipinti, insomma, non sono attraversati alla stregua di vetri trasparenti che lasciano vedere oltre, lo spettacolo che si apre al di là di essi, ma si offrono al suo sguardo quale luogo fisico in cui le principali verità di fede prendono corpo, si perpetuano («per en per semper / che ’l düra e ’l dürarà / istes, splendur de verità / sura chesto altar»: Ultima cena) e si attualizzano per noi; quale scenario, quindi, di un evento da vivere. Nella mente dell’autrice fruizione artistica ed esperienza religiosa finiscono, cioè, per coincidere.

 

 

ROMANINO VIRTUAL REALITY

UNA PRODUZIONE MULTIMEDIALE DI CIELI VIBRANTI E SCENA URBANA

 

Arte e tecnologia sono sempre più spesso in dialogo tra loro per alimentare nuove forme di creatività, combinando cultura e spettacolo. Videoproiezioni dinamiche, installazioni immersive, realtà aumentata e virtuale sono solo alcune delle soluzioni innovative che consentono narrazioni originali delle opere d’arte visive, favorendo da un lato un approfondimento inedito dei capolavori dei maestri del passato che ne svela dettagli nascosti e dall’altro l’opportunità di divulgare l’arte, con strumenti coinvolgenti e interattivi, ad una vasta platea di persone, anche sprovviste di competenze specifiche.

In occasione del festival “I volti del Romanino. Rabbia e fede”, in co-produzione con il Castello del Buonconsiglio di Trento, è stata realizzata un’installazione totalmente immersiva, capace di raccontare Romanino, la sua arte e il suo tempo con un linguaggio multimediale innovativo e di grande impatto emotivo.

Romanino VR“, realizzato in collaborazione con Scena Urbana, proietta la pittura inquieta di Romanino nel mondo della realtà virtuale: utilizzando i visori Oculus il pubblico potrà vivere un’esperienza unica, entrando virtualmente nelle opere del grande artista rinascimentale, approfondendo dettagli di stile ad altissima definizione, scoprendo prospettive inedite di grandi capolavori.

La soluzione tecnologica scelta per l’installazione è Oculus Quest 2, un visore all-in-one, ovvero in grado di funzionare senza essere collegato ad un pc. Il visore è autonomo, dispone di un suo processore interno e diffusori audio integrati e comprende quattro videocamere che consentono un’esperienza di definizione e coinvolgimento mai sperimentata prima e il tracciamento dello spazio circostante.

Con testi di Fabio Larovere interpretati dall’attore Luca Micheletti, il video disegna un viaggio nelle tappe fondamentali dell’evoluzione artistica di Girolamo Romani, dalle prime prove segnate dal modello di Tiziano e della pittura veneta alla progressiva conquista di un linguaggio personale, intriso delle angosce di un secolo attraversato dalla frattura della Riforma protestante, che affascinerà grandi intellettuali come Giovanni Testori e Pier Paolo Pasolini.  Una posizione di rilievo avrà una delle maggiori imprese artistiche di Romanino, la realizzazione degli affreschi del Castello del Buonconsiglio di Trento, completati tra il 1531 e il 1532.