Bambini e musica: gli effetti benefici secondo la scienza

In un mondo sempre più digitale e connesso, ci sono delle cose che sono diventate imprescindibili per il nostro trascorrere le giornate, specialmente durante il tempo libero. Tra queste c’è la musica, che da secoli incanta e fa star meglio le persone. Da quella classica al rock, passando per il pop e arrivando ai generi più diffusi tra giovani e giovanissimi. A tal proposito, parlando proprio dei più piccoli, è dimostrato dalla scienza, che ha condotto diversi studi sull’argomento, come la musica abbia diversi effetti benefici sui bambini. Non solo quella ascoltata, bensì anche quella prodotta dai baby musicisti. Ma vediamo meglio quali sono tali effetti benefici.

I benefici della musica sui più piccoli

Secondo tali ricerche, uno degli effetti migliori che il fare musica e ascoltarla ha sui bambini è il miglioramento delle loro facoltà cognitive, specialmente in ambito scolastico. Chi, infatti, studia musica durante l’età scolare, riesce a rendere meglio anche in tutte le altre materie. A dirlo è Peter Gouzouasis, portavoce dello studio intrapreso dalla British Columbia University sull’argomento. In particolare, secondo il professore, gli alunni delle scuole elementari che abbiano imparato in quella fase della vita a suonare almeno uno strumento, poi saranno in grado di continuare a suonare anche in età più avanzate e ad avere un rendimento scolastico più alto della media rispetto a chi, invece, non ha imparato a suonare nemmeno uno strumento. Si parla quasi di un anno accademico di vantaggio sia per le abilità musicali, che per quelle linguistico-scientifiche. Da un punto di vista del solo ascolto, invece, sembra che ci siano alcuni generi musicali che siano in grado di regalare ai bambini che li ascoltano un’apertura mentale più spiccata in età adulta. 

Stando a quanto riportato dallo studio dell’Università londinese di Westminster, questi sarebbero la musica classica e il reggae. Al contrario, i bambini che ascoltino brani di heavy metal e soul, potrebbero andare incontro ad una minor probabilità di voler partecipare a qualcosa di nuovo anche da adulti. A prescindere dal genere musicale, però, ascoltare e imparare a fare musica è fondamentale sulla vita del bambino e bisognerebbe iniziare fin dalla più tenera età. Questo perché la musica aiuterebbe la maturazione precoce di abilità cognitive e non in modo molto più efficace dello sport, della danza o del teatro. Il bambino, più tranquillo e maggiormente in grado di comunicare eventuali situazioni di disagio. Inoltre, a beneficiarne sarà anche il quoziente intellettivo del futuro adulto, diminuendo le possibilità che il piccolo possa essere colto da deficit di attenzione o iperattività. Infine è dimostrato che neurologicamente vi potranno essere dei benefici molto importanti, mettendo il bambino al riparo da eventuali problemi di dislessia o comprensione del linguaggio parlato. 

Come introdurre il bambino allo studio di uno strumento

Alla luce di tutto questo, quindi, sarà bene provare quantomeno ad introdurre il proprio bambino allo studio di uno strumento musicale. Ma farlo nella maniera corretta potrebbe non essere semplicissimo, specialmente a causa di un’agenda sempre ricca di impegni: tra compiti, scuola, sport e necessità di riposo, il tempo a disposizione potrebbe non essere un alleato in questo senso. Quindi, il modo più funzionale di avvicinare il bambino ad uno strumento musicale è quello, innanzitutto, di metterla sul lato del gioco, magari acquistando uno strumento musicale giocattolo, come una pianola, una chitarrina o una piccola batteria, che gli consenta di divertirsi e, magari, appassionarsi a quello strumento. Altra chiave, una volta che il bambino sarà già più grandicello (3-4 anni), potrebbe risiedere nell’iscriverlo in un corso propedeutico di gruppo, magari di quelli che sono organizzati dalle scuole materne e che mettono al primo posto il divertimento e non l’apprendimento. Attraverso il gioco, quindi, il bambino potrà davvero prendere in seria considerazione la voglia di approfondire lo studio di uno strumento musicale. A questo punto, dal gioco si potrà passare allo step successivo: l’insegnamento. Solitamente il primo strumento cui si guarda è il pianoforte, dato che è quello che riesce a dare un feedback praticamente immediato al bambino. 

Basterà premere un tasto per avere subito un suono gradevole alle orecchie. Per altri strumenti, invece, sarà necessario aspettare qualcosa in più, specialmente per un discorso di conformazione fisica. Certo è che iscrivere il proprio figlio ad un corso e acquistare lo strumento per le esercitazioni in casa potrebbe essere anche costoso, oltre che meraviglioso. Pertanto, si potrebbero sempre prendere in considerazione dei finanziamenti per il pagamento a rate dello strumento, e in questo caso è importante informarsi per comprendere come scegliere il miglior prestito personale per le proprie esigenze. Ovviamente, il bambino avrà bisogno di tempo per migliorare e riscontrare i frutti del proprio impegno, ma certamente una volta imboccata la via giusta, i risultati arriveranno.

Regola fondamentale: mai forzare il bambino

Infine, un consiglio spassionato per tutti i genitori. Quando si decide di voler avvicinare il proprio bambino al mondo della musica, specialmente dal punto di vista dell’insegnamento di uno strumento, è sempre bene ricordarsi di non spingerlo a farlo. Se si forza, il bambino potrebbe vedere il corso di musica come l’ennesima attività extra scolastica da fare per volontà altrui e non come una libera scelta o un desiderio. Anche perché, se con lo sport, dopo un primo giorno di allenamenti, i bambini magari si accorgono di divertirsi parecchio, con la musica la questione potrebbe essere diversa. Specie all’inizio, quando i frutti del lavoro non si vedono subito, il bambino si potrebbe scoraggiare o perdere la voglia di continuare, in particolare se forzato dai genitori. Quindi, ok provare a capire se possa piacergli, ma mai obbligarlo. La musica deve essere una passione, non una forzatura.