“Di-Visioni. Le metamorfosi dei lavori”, una ricerca curata da Daniele Marini

È stata presentata – nella Sala Beretta di Confindustria Brescia – la ricerca “Di-Visioni. Le metamorfosi dei lavori”, curata da Daniele Marini (docente Università di Padova) e Community Research & Analysis per Federmeccanica.

L’incontro – unica tappa lombarda di presentazione del lavoro, moderata da Filippo Schittone (direttore generale Confindustria Brescia) – è stato aperto dai saluti di Gabriella Pasotti (presidente settore Meccanica e Meccatronica Confindustria Brescia) e Fabio Astori (vice presidente Confindustria Brescia e vice presidente Federmeccanica), prima degli interventi di Daniele Marini, Stefano Franchi (direttore generale Federmeccanica) e, in chiusura, di Franco Gussalli Beretta (presidente Confindustria Brescia).

Tra i risultati emersi sul campione analizzato (1.200 casi), in Lombardia prevale l’idea del lavoro come “percorso” (60,8%) rispetto all’idea di “stabilità”: un dato superiore alla media nazionale (56,9%).

In Lombardia, inoltre, la media di persone che dichiara di voler cambiare lavoro (34,2%) è nettamente inferiore alla media nazionale (45,1%). Allo stesso tempo, il 67,9% degli intervistati consiglierebbe di fare lo stesso lavoro, mentre la medesima media, a livello italiano, si attesta al 64,4%.

Agli occhi dei giovani (under 34), le professioni più prestigiose sono il dirigente (77,2%), l’imprenditore/trice (71,5%) e l’influencer/blogger (47,0%); chiudono invece la classifica commesso/a (19,6%), operaio/a (19,2%) e contadino/a (19,2%).

“All’interno del mercato del lavoro e della società si sono generate delle “forbici”, oltre che delle differenti visioni del mondo dell’occupazione – spiega Daniele Marini, docente dell’Università di Padova –. Il tema strutturale di partenza è che mancano le nuove generazioni, aspetto da cui muove il problema del mismatch tra domanda e offerta. Inoltre, in dieci anni tra 2011 e 2021, dalla Lombardia sono usciti circa 35mila giovani, media superiore a quanto avviene in Italia. In generale, per le giovani generazioni oggi il lavoro è importante, ma lo è meno rispetto a quanto era per i loro genitori, poiché sono subentrati nuovi aspetti da tenere in considerazione, a partire dal benessere psicofisico e alla salute: aspetti oggi essenziali nella scelta di un’azienda rispetto a un’altra. ”

“Abbiamo promosso un’indagine con la popolazione mai fatta prima, per avere una fotografia nitida dell’immaginario collettivo sull’industria e sul lavoro – aggiunge Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica –. Gli esiti dell’indagine confermano in parte quanto si poteva intuire. Il punto di partenza si trova alla fine, in quella conoscenza parziale del mondo dell’industria e della qualità del lavoro. Sono molte le persone che “non sanno” cos’è l’industria. Allo stesso tempo, dobbiamo far capire bene che il lavoro dell’operaio oggi non è più solo manuale e in molti casi non lo è affatto, essendo spesso richieste anche competenze digitali e tecniche avanzate. C’è quindi una percezione tra la popolazione non pienamente rispondente alla realtà, che va riallineata. Nelle nostre aziende si diffondono valori e si trova quell’attenzione alla persona che passa attraverso tutti i fattori ritenuti importanti, dagli ambienti salubri, alla sicurezza sul lavoro fino alla formazione”.

“Il mismatch tra domanda e offerta è la grande costante dall’avvio della nostra presidenza nel 2021 – chiude Franco Gussalli Beretta, presidente Confindustria Brescia –. Sono convinto, in questo senso, che la forza del nostro Paese sia proprio il Sistema Italia, la sua capacità di fare manifattura. Dobbiamo sforzarci di rendere contemporanea la nostra organizzazione del lavoro e, allo stesso tempo, il sistema nazione deve fare la sua parte. Mi riferisco in particolare alle nostre proposte sul PNRR, a partire dal rafforzamento dei percorsi ITS sul territorio bresciano, che hanno subito un rallentamento a causa delle vicissitudini politiche degli ultimi mesi, e le cui scadenze sono sempre più imminenti. Un discorso analogo vale per la Cittadella dell’Innovazione Sostenibile. Serve, oggi più che mai, una politica industriale.