Tiepolo Scomposto: Cantieri d’arte del futuro

Una finestra sull’arte di Giambattista Tiepolo, un’idea di Scomposizione che risveglia i sensi. L’apertura della mostra multisensoriale di Tiepolo Scomposto a Verolanuova ha fatto il pieno di presenze, nella domenica del 12 marzo. Più di 500 persone hanno varcato le porte dell’antica chiesetta della Disciplina, che per questa speciale occasione si è completamente trasformata, da santuario seicentesco, a cantiere dell’arte innovativo. «Sono i sensi l’elemento portante che compone la mostra – ha commentato il direttore artistico Pietro Arrigoni –  che è il frutto di una riflessione, condivisione, di pensieri e di collaboratori che hanno creduto in questo progetto, e che ora finalmente si apre al pubblico. Una mostra che è stata pensata, e viene proposta a tutti coloro che vogliono approfondire, e capire nel profondo il mondo del Tiepolo. La mostra multisensoriale è una forma di preparazione alla visione delle due grandi tele custodite nella Basilica. Nella Disciplina ci si ritroverà faccia a faccia con ciò che normalmente non si può vedere».

Ad aprire il sipario, è un gigantesco telaio alto 10 metri e largo cinque, è la potente opera d’impatto posizionata nella navata centrale, a cura del maestro d’ascia Giovanni Papa. «Nel 1922  – ha spiegato Anita Papa, del coordinamento organizzativo – una falegnameria di Bergamo ha realizzato il primo telaio delle due pale, per sostituire l’originaria soluzione di chiodatura diretta al tavolo a parete. Le motivazioni sono state molteplici: favorire il tensionamento e il raggiungimento della perfetta planarità ma anche la volontà di distanziarle ulteriormente dal supporto murario e dall’assito ligneo, per ottenere una maggiore aerazione sul retro. Nel 2023, 101 anni dopo, una falegnameria di Brescia ha realizzato una copia di quel telaio da esporre in mostra: simbolo di unione tra le due città in occasione di Brescia e Bergamo capitali della cultura, quest’ultimo telaio rappresenta la cura e la salvezza».

Gli spazi sono impreziositi da un’atmosfera quasi metafisica, grazie all’istallazione dei lunghi teli che sovrastano braccia, cuore e corpo della Chiesa. Le immagini proiettate, sui tessuti fanno da collegamento con il passato. Si tratta di documenti storici e rapporti epistolari, tra il pittore veneziano e alcuni personaggi locali, ma anche di fotografie e cartografie che tracciano il passaggio dei grandi teleri sul fiume Po, e delle vicende che hanno unito il maestro dell’arte settecentesca Giambattista Tiepolo a Verolanuova.

Ad introdurre gli spettatori al viaggio, sono anche un percorso olfattivo ed un intervento sonoro. Le essenze, gli odori e i suoni volti ad evocare i saperi e l’atmosfera della bottega e del suo fare artistico sono parte integrante dell’esperienza. «Profumi e rumori – come ha spiegato Anita Papa –  che rimarranno nella memoria dei fruitori permettendo loro di familiarizzare e trovare l’eco di questi, nei dettagli e nelle fini evocazioni presenti nelle opere del Tiepolo».

 

Il percorso olfattivo si snoda attraverso due momenti aventi obiettivi e poetiche differenti. Uno punta a ricreare l’ambiente olfattivo delle botteghe artistiche del tempo e un altro consente al visitatore di aggiungere la dimensione olfattiva a quella visiva. Per realizzare un’immersione sensoriale suggestiva e avvolgente delle due pale di Gianbattista Tiepolo presenti nella basilica di San Lorenzo a Verolanuova.

Il primo percorso si caratterizza per la presenza degli odori degli ingredienti più caratteristici utilizzati dagli artisti del XVIII secolo: trementina, mastice di Chios, colla di coniglio, cera d’api, olio di lino, tela e tessuti quali la canapa e il lino. Il secondo percorso parte dalla volontà del profumiere, e chimico delle fragranze Roberto Dario di interpretare gli odori particolari nelle scene rappresentate nelle due opere del Tiepolo.

“La raccolta della Manna” racconta la scena biblica del miracolo della manna e della sua raccolta da parte del popolo ebraico, la quale permise loro di sopravvivere fino all’arrivo alla terra promessa. La scelta del profumiere è stata quella di ricreare un odore zuccherino che permette ai visitatori di immergersi nell’aura di felice sorpresa dei protagonisti della scena rappresentata.

Ne “Il sacrificio di Melchisedech” il sacerdote di Salem offre pane e vino ad Abramo, il quale è contornato dagli uomini delle sue truppe e da animali. Proprio questi odori, del pane, del vino e del bestiame, sono stati ricreati per permettere ai visitatori un’esperienza sensoriale completa e realistica.

L’intervento sonoro curato dal sound designer e musicista Alessandro Pedretti e dall’artista visiva e scultrice Milena Berta, accompagna l’esperienza multisensoriale con una composizione inedita realizzata con gli strumenti utilizzati dal pittore del XVIII secolo e dai restauratori (pennelli, spatole, oli, resine, etc) registrati in Disciplina.

Attraverso la microfonazione, e quindi utilizzando microfoni a contatto, microfoni sismici e microfonici a condensatore Alessandro ha registrato i movimenti di Milena che, attraverso gesti nulli, ha ricreato un soundscape che si ipotizza essere affine a quello presente nella bottega di Giambattista Tiepolo.

 

I suoni presenti ricalcano quindi i gesti di Milena su una tela materica, le vibrazioni dei movimenti del gesto attraverso il ponteggio in metallo, la traccia dei movimenti e infine l’ambiente e la lunga decadenza dei suoni all’interno dello spazio.

«L’organizzazione del materiale – come spiega il sound designer Alessandro Pedretti – è stata svolta partendo proprio dalle caratteristiche fondamentali della fonte sonora, come ad esempio i toni inarmonici generati, l’inizio degli eventi musicali (point-attack), la durata, l’intensità e la colorazione timbrica. A seguito del processo di pulizia dei suoni e un’analisi delle peculiarità di ognuno di essi, gli stessi sono stati processati ed elaborati attraverso software di sintesi granulare, al fine di creare un dialogo tra l’origine e la trasformazione della materia e immergere l’ascoltatore nell’esperienza totalizzante della mostra».

Sulla torre permane la grande tela di Omar Rossetti, inaugurata domenica scorsa, come accoglienza e preludio del percorso multisensoriale. Lo street artist ha realizzato il dipinto sulla traccia della caduta della Manna, scomponendone il dettaglio alato, e trasportandolo in chiave moderna in una tela di 7 metri di lunghezza, per 3 di larghezza. Posti all’entrata della Chiesa anche le sue speciali “scarpe erranti” che si trasformano e idealmente diventano simbolo di un gesto, quello del cammino: come il Tiepolo fece viaggiare le sue tele lungo il Po così le scarpe diventano lo strumento per il viaggio e punto di incontro tra l’arte del passato e quella del presente.

Per chiudere il cerchio anche i totem multimediali, posti nella Piazza Libertà, e all’interno della mostra di via Castello. Pilotati dal general manager Pietro Muscatelli, la vetrina virtuale, è stata gentilmente sponsorizzata dalla società DNA Communication di Ghedi (BS). Per tutta la durata del Festival i totem resteranno a disposizione regalando interviste e curiosità, e informazioni utili sugli eventi e sulla storia di Verolanuova.

«L’ufficio cultura – ha commentato l’assessore Monica Fontana – a nome del Sindaco e di tutta l’Amministrazione è orgogliosa del Festival di Tiepolo scomposto. Nelle ultime settimane abbiamo riscontrato un alto coinvolgimento, e gradimento alle iniziative proposte. Ci auguriamo che questo sia solo un punto di partenza. Soprattutto per i giovani verolesi, che insieme all’ amministrazione possano continuare a trovare le giuste motivazioni, nel valorizzare la propria storia, e le opere preziose che ne fanno parte». La mostra multisensoriale a partire dal 12 marzo fino a maggio, sarà aperta tutti i sabati e le domeniche dalle ore 10:00 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 17:00.

Per tutte le informazioni inerenti all’iniziativa: https://www.visitverolanuova.it/tiepolo-scomposto/