Presentata al FUSA Expo di Brescia l’associazione ETA- Ethical Transport Approach

Si è tenuta sabato 15 ottobre alla fiera Fusa EXPO di Brescia la presentazione della nuova associazione ETA – Ethical Transport Approach, dedicata alla riqualificazione professionale degli autisti nei trasporti su gomma.

Il settore soffre di una grave carenza di organico perché guidare un camion non è ritenuto un lavoro attrattivo e questo dipende da diversi fattori: sussistono dei cliché sociali che non corrispondono più alla realtà di un’attività che richiede notevoli competenze  tecnologiche e in tema di sicurezza, oltre a soft skill necessari per sostenere il livello di stress da gestire giorno e notte; inoltre, nella maggior parte delle aziende di trasporto commerciale, effettivamente la figura dell’autista non ha ancora il giusto riconoscimento. Una scarsa considerazione che si sostanzia pure in una non sempre puntuale formazione e negli stipendi non adeguati.

Occorre adottare un nuovo standard di gestione degli autisti, che preveda più rispetto, più formazione, un nuovo approccio etico, ed ETA propone un preciso Decalogo.

L’associazione Ethical Transport Approach nasce a Brescia, nel cuore industriale del Paese, per iniziativa di Emanuela Carpella e Giuseppe Lacorte, alla guida di due aziende di trasporti e rispettivamente presidente e vicepresidente ETA.

Nel corso dell’incontro, hanno spiegato “come è nata l’idea, ragioni e finalità del progetto e dell’associazione”, e hanno ribadito: “Riteniamo che questo percorso sia un imprescindibile punto di partenza per rilanciare un comparto strategico della nostra economia”.

Il dott. Antonio Colaianni – Project Development Manager ETA, intervenendo sul tema “Il programma, le attività, il metodo e gli obiettivi di ETA”, ha spiegato come l’associazione intende portare la sostenibilità sociale nei trasporti, con azioni mirate a riqualificare la figura dell’autista, per migliorare la qualità del suo lavoro, la sua salute e la sicurezza stradale.

Il dott. Ettore Pomarici, Formatore CQC, già Generale dell’Esercito e medico, ha  sottolineato le carenze normative: “Superato l’esame per avere la qualifica di conducente, l’autista dovrebbe seguire corsi di aggiornamento ogni 5 anni ma non essendo previsto un test finale, l’impegno viene eluso o vissuto come ‘un fastidioso obbligo’ burocratico. Manca negli autisti stessi la consapevolezza dei propri diritti, non si parla di accordi collettivi per stabilire le regole della loro attività, non c’è interesse a  conoscere l’esposizione ai rischi professionali per la salute. L’impressione è che manchi un’identità professionale. Gli autisti si adattano a situazioni non ben definite  tra datore di lavoro e committenti. Appaiono a volte bravi improvvisatori…per sopravvivere”.

“Il cambio di rotta nella logistica, promosso da ETA, è nell’interesse di tutto il tessuto produttivo italiano – ha evidenziato il Prof. Avv. Agostino Crosti, professore a contratto al Politecnico di Milano in ‘Diritto penale ed Etica dell’ingegnere industriale’ – perché la centralità della persona, oltre ad essere uno dei principali valori della nostra Costituzione, è uno dei fondamenti del Made in Italy, che deve essere salvaguardato proprio con azioni imprenditoriali human oriented”. “Il  Made in Italy – ha detto – poggia non tanto sugli aspetti tecnologici, quanto sull’apporto dell’essere umano nei processi produttivi; l’elevata qualità delle nostre produzioni, ancora riconosciuta a livello internazionale, discende infatti dalle competenze e dalla flessibilità del personale occupato nella nostra industria che, pur potendo contare, in molti casi, su strumenti di lavoro tecnologicamente meno avanzati rispetto ai competitor esteri, riesce ad ottenere risultati qualitativamente migliori. Un patrimonio inestimabile che va difeso con decisione e lungimiranza. Se non si attraggono più giovani disposti a lavorare, con passione e dedizione, nel comparto degli autotrasporti come in quello industriale, il rischio concreto è che il Made in Italy si dissolva, per carenza del suo fattore di successo: l’essere umano. ETA con ‘Il decalogo’ lancia quindi una sfida decisiva, contribuendo a rifondare, in senso umanistico, non solo il trasporto su gomma, ma gli assetti dell’industria e della società del domani”.