Bonus edilizi: Confartigianato contro la nuova certificazione Soa

Forte contrarietà di Confartigianato all’obbligo di certificazione Soa per le imprese che vogliano svolgere lavori legati ai bonus casa da 516mila euro in su. Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Una norma scorretta, che ha come effetto quello di favorire le grandi imprese a danno di quelle più piccole».

L’emendamento prevede l’obbligo di Soa per le imprese dal 1 gennaio 2023 per tutte quelle aziende e imprese intenzionate a eseguire lavori di riqualificazione su immobili e unità abitative, per appalti superiori ai 516 mila euro. Alla base della norma contestata c’è la volontà di dare una stretta dopo i casi di frode emersi, legati allo sconto in fattura.

«La Soa è stata creata per gli appalti pubblici, ora la si vuole applicare al privato. All’inizio non era prevista nemmeno una soglia a partire dalla quale era necessaria. Siamo riusciti ad ottenere almeno una soglia minima e cioè per gli importi superiori a 516mila euro  — prosegue Massetti. È un risultato importante, ma in ogni caso resta una cosa scorretta. Ancora più forte nella nostra provincia, dove l’80% delle micro e piccole imprese artigiane quella certificazione non la possiede. È vero che il la certificazione attesta che l’impresa è preparata per fare lavori di una certa importanza, ma questo taglia fuori le aziende che hanno intenzione di crescere e, soprattutto, non farà terminare le frodi, che ci sono sempre state anche negli appalti pubblici tra imprese attestate Soa. Forse, l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è quella di introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più elevato in favore di un piccolo numero di imprese certificate Soa (complessivamente 23.000 in Italia, di cui solo circa 17.000 per le categorie interessate), a scapito delle quasi 500.000 imprese operanti nel comparto delle costruzioni, che costituiscono la vera ossatura del settore. Il risultato è l’ennesimo stop ad una misura che evidentemente è stata messa sul percorso del declino. Non è la strada giusta né per contrastare il fenomeno delle frodi né per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green. Servirebbe, piuttosto, una legge che riconosca il profilo professionale ed i requisiti delle imprese edili senza imitare, senza ragione, negli appalti privati gli istituti tipici del settore pubblico» conclude Massetti.