Suini, allarme prezzi e costi alle stelle: è emergenza

Con i  prezzi sempre più incerti e i costi delle materie prime alle stelle è emergenza per le aziende suinicole  che oggi rischiano di chiudere definitivamente o  di subire danni permanenti all’intero settore. Questo l’allarme lanciato da Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia in una situazione veramente drammatica che sta colpendo tutto l’agroalimentare e sta mettendo in ginocchio un settore importante nell’economia bresciana.

Oltre alla minaccia della peste suina  – precisa Coldiretti Brescia – che fortunatamente  non ha coinvolto pesantemente le aziende suinicole bresciane, oggi il vero problema sono i prezzi  riconosciuti agli allevatori in continuo calo e i costi di materie prime e energia schizzati alle stelle che gravano sull’attività aziendale, in particolar modo delle scrofaie, e portano le imprese a produrre, giorno dopo giorno, in perdita.

“In meno di un mese, da quando è scoppiata la questione della peste suina africana,  si sono persi 20 cents al Kg, in un contesto dove si coprivano a fatica i costi di produzione – interviene Claudio Cestana vicepresidente di Coldiretti Brescia, suinicoltore di Manerbio (BS) e coordinatore della consulta suinicola provinciale – adesso la situazione è drammatica. E lo è ancor di più per le scrofaie dove  nascono i suinetti italiani che sono la base imprescindibile per tutte le DOP”.

È di oggi la quotazione in perdita della CUN (Commissione Unica Nazionale) – precisa Coldiretti Brescia – per i suini da macello del circuito tutelato delle DOP a 1,455 euro/kg , un valore di -0,034 centesimi inferiore rispetto a settimana scorsa che sottolinea la continua discesa del valore al kg dei suini, sintomo di una profonda crisi in atto.

“La situazione è deprimente, siamo sconsolati, tristi e amareggiati – aggiunge Alberto Fappani suinicoltore di Borgo San Giacomo (BS) – il nostro settore ha sempre vissuto alti e bassi ma la crisi attuale non ha eguali con gli aumenti delle materie prime alle stelle che non accennano a diminuire. E’ difficile arrivare a fine mese e a volte è necessario chiedere dei prestiti per pagare i fornitori. Gli allevamenti oggi stanno valutano di alleggerire se non addirittura vuotare le stalle anche in previsione della nuova stagione cerealicola che si apre già in perdita”.

La nostra provincia – precisa Coldiretti Brescia – è infatti la prima a livello nazionale per numero di maiali allevati: sono infatti oltre 1 milione e 300  mila i  capi presenti nelle aziende bresciane, pari al 14% del totale nazionale.

“La situazione è economicamente devastante – denuncia Andrea Marchesini, giovane suinicoltore di Bedizzole (BS) – tra materie prime ed energia alle stelle da un lato, e listini costantemente al ribasso dall’altro, siamo ben al di sotto del costo di produzione.  Non ci capacitiamo di come possano sussistere dei prezzi di vendita così bassi sui suini all’ingrasso, dato che il nostro Paese non è un grande esportatore di questo tipo di carne, soggetta dunque a dinamiche prettamente nazionali”.

“La  crisi perdurante del settore, mette a rischio l’esistenza e l’essenza stessa di molti tesori agroalimentari del Made in Italy, dal culatello di zibello al prosciutto di Parma fino a quello di San Daniele  – conclude il presidente Giacomelli – è urgente garantire una equa distribuzione del reddito all’interno della filiera, solo così salveremo il settore suinicolo dalla crisi e dal conseguente impoverimento dei nostri territori.  E’ necessaria una forte presa di coscienza da parte di tutti gli attori del settore e del mondo politico nazionale e locale affinché gli allevamenti smettano di essere l’anello debole della filiera e le nostre aziende ottengano la giusta marginalità”.