Il bresciano Alberto Cavagnini allevatore dell’anno. Consegnato sabato mattina alla fiera di Verona il prestigioso riconoscimento per la categoria suinicoltura
“Voglio dedicare questo premio a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo lungo percorso, prima di tutto a mio padre e ai miei zii, che mi ha lasciato sempre libero di fare permettendomi anche, a volte di commettere errori utili però alla crescita personale e professionale. Un grazie particolare anche a tutti i miei collaboratori, giovani e motivati con cui ho condiviso scelte imprenditoriali e a cui sono molti legato”. Queste le parole di Alberto Cavaginini, suinicoltore bresciano e vicepresidente di Coldiretti Brescia con allevamenti a Milzano, premiato questa mattina come allevato dell’anno 2023 a Verona in occasione della Fieragricola di Verona.
La consegna di questo riconoscimento – istituito dall’Informatore Zootecnico e dalla rivista Suinicoltura Nazionale, in collaborazione con Fieragricola – è ormai un appuntamento molto atteso nel settore nato con lo scopo di valorizzare imprenditori zootecnici che, grazie alle proprie scelte aziendali vincenti, possono costituire un esempio per gli altri produttori.
La famiglia Cavagnini gestisce da anni una scrofaia storica alla quale se ne è aggiunta recentemente nel comune di Milzano – racconta Coldiretti Brescia – siti produttivi di proprietà e in soccida dislocati tra Piemonte, Lombardia ed Emilia consentono all’azienda di allevare circa 60.000 capi destinati alle produzioni tipiche. Recentemente hanno inoltre acquistato in partnership con la famiglia Levoni di Modena, un ramo d’azienda del macello Prosus dove vengono lavorate parte delle carni del gruppo e vendute alla GDO.
E’ nella recentemente scrofaia realizzata a Milzano con 750 capi che sono state installate tecnologie d’avanguardia, il sito è completamente isolato dall’esterno ed è aerato da un sistema di ventilazione forzata in pressione positiva, con doppio filtro in ingresso. L’aria che gli animali respirano all’interno del lungo capannone risulta quindi biologicamente pura, e infatti i suini presenti hanno un livello di sanità eccezionale. Nelle specifico si tratta di un sistema di controllo del microclima interno molto originale e avanzato, solo raramente applicato nella suinicoltura italiana. Un sistema che si preoccupa non solo del benessere animale ma anche della sanità dei suini.
“E’ un orgoglio per noi avere sul territorio bresciano un imprenditore intraprendente, lungimirante e coraggioso – conclude la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti – Alberto ha mostrato nei fatti che è possibile fare innovazione anche all’interno di un comparto articolato e complesso della nostra zootecnia”.