Iseo, le “bruciature” inedite di Domenico Parigi in mostra all’Arsenale

A quattro anni e un mese dalla morte, dopo la presentazione in anteprima alla stampa dei giorni scorsi, viene presentata questa mattina nella sede dell’Arsenale di Iseo, “Brûlures”, l’ultima e inedita mostra del fotografo Domenico Parigi.
Si tratta di una selezione di opere postume, che stava eseguendo durante gli ultimi mesi della sua vita.

 

Per “Brûlures” (bruciature in lingua francese) Domenico ha lavorato su negativi e diapositive sue e di altri autori, manipolandoli e poi intervenendo con il fuoco, che si è piegato al volere dell’artista, diventando per lui matrice di vita e vivacità. Con perizia è intervenuto sui supporti usando punte acuminate di varie dimensioni rese incandescenti, fiammiferi e la fiamma di accendini di diverso tipo, dimostrando una manualità non comune, data la delicatezza del materiale su cui ha lavorato. Nei suoi interventi non solo ha bruciato parte dei supporti, ma ha lasciato che si accartocciassero parzialmente che si sciogliessero in alcuni punti e persino si rompessero. In “Brûlures” Domenico Parigi racconta sé stesso e il suo percorso artistico. Non solo: fa un chiaro invito alla sostenibilità e alla convivenza tra arte, artista e quotidianità. Ha scelto uomini e donne nei loro momenti più intimi, bambini italiani e stranieri colti nell’attimo del gioco, giovani graziose e civettuole, animi eccelsi e persone del popolo, in un crescere di sensazioni ed emozioni.

Domenico Parigi ha operato sulla scena artistica lombardadalla fine degli anni ’70. Era artista a tutto tondo, fotografo, manipolatore e collezionista. La sua produzione è legata alla sperimentazione e, per la maggiore, alla fotografia creativa.
È stato, tra gli altri, presidente del circolo fotografico le Molere di Sarnico in provincia di Bergamo e parte del Gruppo Ricerca Immagine di Brescia. Ha realizzato decine di serie: da quelle dedicate a Marilyn Monroe a quelle in cui ha raccontato il suo “The FloatingPiers. Domenico faceva sua la fotografia, non limitandosi a scattare, ma intervenendo sulla pellicola, sulle foto istantanee, su opere di altri con graffi, rotture, colori improvvisi, luci immaginate e concretizzate, sempre con revisioni: a volte poetiche, altre irriverenti e sensuali, drammatiche o crude. Nel tempo è maturato profondamente, arrivando a leggere e interpretare i suoi soggetti, dando voce a chi e ciò che rappresentava nei modi che solo lui conosceva e che gli erano congegnali. Ecco dunque donne trasformarsi in fiori, uomini diventare gloriosi rapaci e bimbi tingersi di vita. Domenico ha raccontato la passione, l’amore e la carnalità, ma anche dolore e difficoltà, ricchezza e povertà, fato e coscienza. Non da ultimo vi è l’aspetto religioso, che ha visto Domenico trasformare uomini in essenze della crocifissione e della penitenza, sempre nel pieno rispetto di un Credo che aveva vicino e che lo toccava fino al profondo del cuore e dell’animo.

La mostra è curata da Beppe Prandelli, fotografo professionista e da Milla Prandelli, giornalista professionista e fotoreporter.

La mostra è visitabile il giovedì e il venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18.

Per ulteriori informazioni:
.: www.fondazionearsenale.it
.: segreteria.arsenaleiseo@gmail.com