ASST Garda: la tecnologia digitale alleata della sanità territoriale nella prevenzione medica. La strategia di medicina domiciliare permettono di ridurre l’incidenza dei ricoveri in Pronto Soccorso

Digitale e sanità territoriale, il binomio innovativo che rende ancora più efficace la prevenzione medica e diminuisce la pressione sugli ospedali. Ad aver scelto la soluzione che coniuga
tecnologia avanzata con la capillarità della vigilanza sanitaria è stata l’ASST Garda, che ha saputo cogliere le opportunità offerte dalla nuova legge di riforma del Sistema sanitario regionale ponendo le premesse per realizzarne l’obiettivo principale: il potenziamento della medicina sul territorio attraverso le figure degli Infermieri di Famiglia e di Comunità.

“Gli Infermieri di Famiglia sono nuove professionalità dotate di competenze specifiche finalizzate alla comprensione ed orientamento dei bisogni, prevenzione e cura, grazie alle quali l’ASST sta compiendo una importante attività di presa in carico di pazienti cronici e fragili – commenta Mario Alparone, Direttore Generale di ASST Garda -.Ad oggi sono già attivati percorsi di supporto territoriale, ed è interessante notare come si può creare sinergia anche con i medici specialisti ospedalieri, oltre che con i medici di medicina generale, riducendo così il rischio di riacutizzazioni di patologie cardiache a beneficio dei pazienti ed anche della gestione ospedaliera”.

A raccontare un esempio di quanto possa essere vincente questo nuovo sistema di presa in carico di pazienti cronici e fragili è il dottor Giosuè Mascioli, direttore di struttura complessa di
Cardiologia e Utic a Desenzano del Garda: “Recentemente un paziente di 67 anni, di cui si contano 3 ricoveri negli ultimi 12 mesi all’ospedale di Desenzano per scompensi cardiaci, è stato
affidato a un Infermiere di Famiglia”. Il paziente,ha aggiunto il dottor Mascioli, è stato poi seguito da remoto con un dispositivo che trasmette periodicamente informazioni sullo stato di compenso, fondamentalmente per monitorare la frequenza cardiaca, il livello di attività fisica ed eventuali ritenzioni di liquidi. Dopo circa 15 giorni dall’ultima dimissione avvenuta a novembre, il dispositivo ha inviato un allarme di “possibile” iniziale scompenso cardiaco.

“Visitato a domicilio dall’infermiere – ha proseguito nel racconto il dottor Mascioli – è stata concordata una variazione della terapia, ed è stata programmata una nuova trasmissione di dati in remoto, che ha accertato il ripristino di una soddisfacente condizione di compenso. Questo ha evitato un nuovo ricovero del paziente, dimostrando il valore e l’efficacia della nuova organizzazione della medicina territoriale nella ASST Garda”.

Il controllo remoto dei dispositivi impiantabili (pacemaker e defibrillatori) è una realtà esistente da molto tempo. Se tale metodica ha sempre consentito di verificare il corretto funzionamento elettrico dell’apparecchio, più recentemente i parametri trasmessi in remoto possono essere utilizzati per “predire” episodi acuti di scompensocardiaco nei pazienti. La nuova organizzazione della medicina territoriale, con gli ospedali di comunità e con la figura dell’infermiere di famiglia, abbinata all’evoluzione tecnologica digitale, consente quindi di utilizzare al meglio questa soluzione, riducendo gli accessi in Pronto Soccorsoe i ricoveri ospedalieri.