Edilizia: firmato il rinnovo del contratto collettivo provinciale

Dopo un lungo periodo di contrattazione è stato sottoscritto da Ance Brescia e dai sindacati Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil l’accordo di rinnovo del contratto collettivo provinciale in vigore sino al 2024. L’accordo giunge in un momento di fermento del settore edile, ma anche di forte preoccupazione per le prospettive future che attendono le imprese, derivante da vari significativi avvenimenti che stanno interessando il mondo e la nostra provincia. “Nonostante le criticità affrontate nelle ultime settimane, dopo un lungo periodo di confronto, abbiamo deciso di firmare l’accordo per valorizzare il ruolo della contrattazione collettiva e premiare tutte quelle imprese che la applicano correttamente. Infatti, il fattore modernizzante di quest’ultima intesa è la lotta contro il dumping contrattuale attraverso l’introduzione di un premio rivolto alle imprese che rispettano il Ccnl – dichiara il vicepresidente di Ance Brescia con delega alle Relazioni sindacali, Fabio Rizzinelli – Inoltre, è stato riconosciuto un premio economico annuo ai lavoratori che può arrivare sino a 600 euro annui con variazioni rispetto alla qualifica dell’interessato”.

In linea con la richiesta da parte del mercato di imprese qualificate e manodopera sempre più specializzata, nel testo del nuovo contratto è dedicato uno spazio anche alla formazione. Infatti, l’accordo aggiorna gli istituti del precedente rinnovo rinforzando l’attenzione alla formazione in sinergia con gli enti bilaterali.

Il contratto edile provinciale interessa ben più dei 15 mila operai attualmente iscritti in Cassa edile di Brescia, in totale per la nostra provincia, con gli impiegati e i lavoratori cosiddetti “transitati”, ovvero dipendenti di imprese di altre provincie temporaneamente attivi in cantieri bresciani, l’applicazione del contratto collettivo provinciale riguarda in totale 29mila addetti. Le imprese iscritte alla Cassa edile bresciana sono tremila. Degli operai attivi nella provincia una percentuale del 57% è rappresentata da lavoratori italiani, mentre il restante è di provenienza estera. La maggior parte dei lavoratori si colloca nella fascia di età compresa fra i 30 e 49 anni, ciò comporta che gli aumenti potranno essere un valido supporto per i nuclei familiari rappresentati. Tra i dati emerge ancora una bassa percentuale dei giovani nel settore che è solo l’11%, per questo le parti sociali sottolineano l’importanza di porre sempre più attenzione sulla formazione e il sostegno di progetti di inserimento per la crescita lavorativa nel settore.