Prodotti Pasqua 2022: settore dolciario bresciano sotto pressione ma contiene meglio i prezzi
Le imprese italiane stanno subendo un pesante contraccolpo dalla crisi energetica, con una accentuata perdita di competitività rispetto ai competitor europei. Confartigianato ha calcolato che il 73% dell’aumento dei prezzi, pari a 4,9 punti di inflazione, deriva dai beni energetici, che a marzo, nel confronto internazionale, segnano un aumento del 53,5%, 8,8 punti in più rispetto al +44,7% della media dell’Eurozona e maggiore di 15,9 punti alla Germania e di 24 punti alla Francia. In questo periodo caratterizzato dalle vendite dei dolci pasquali, oltre alla dinamica dei costi energetici, sale la pressione dei prezzi internazionali dei cereali che, valutati in euro, salgono in media del 43,6%. Sono interessate quasi 4mila imprese in Lombardia del settore dolciario (che include pasticceria fresca, gelati, biscotti, cacao, cioccolato) con una alta vocazione artigianale: 2.890 le imprese artigiane lombarde che rappresentano il 73,3% delle imprese totali del settore. Solo a Brescia, seconda provincia dopo Milano, si contano 556 imprese del settore dolciario, l’82,9% sono artigiane e cioè 461 attività. A queste si aggiungano le pasticcerie artigianali che nella nostra provincia sono 289 e cioè il 72,6% del totale delle pasticcerie attive (398): attività che stanno assorbendo la pressione dei prezzi delle materie prime e la maggiore spinta sui costi dell’energia con ricadute più contenute sui prezzi praticati alla clientela.
Dall’esame dell’indice dei prezzi degli “Altri prodotti di panetteria e pasticceria” – la voce che comprende i prodotti di pasticceria freschi – emerge che a febbraio 2022 l’Italia segna un aumento dei prezzi che si ferma al 2,5%, in linea con la dinamica dei prezzi no energy (+2,3%). Nel confronto internazionale, la dinamica dei prezzi di riferimento della pasticceria fresca in Italia è più moderata del +3,5% dell’Eurozona e del +4,0% dell’Ue a 27, risultando meno accentuata rispetto altri 23 paesi dell’Unione europea a 27, e in particolare rispetto al +7,5% della Spagna e del +4,2% della Germania; fa meglio dell’Italia la Francia (+1,2%). A livello provinciale ancor più positiva la situazione a conferma del fatto che le imprese assorbano in questo momento parte dei rincari: in Lombardia: +3,3% contro il +4,8% dell’Italia. Fa meglio Milano +2,7%, Bergamo e Cremona col +2,3%. Brescia 2,9% in linea tra le province con un trend prezzi inferiori alla media regionale.
Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Malgrado i rincari di energia e materie prime come farine, uova, mais, burro, cioccolato e soprattutto packaging, le imprese artigiane del settore, ed in particolare le pasticcerie artigianali reagiscono contenendo il più possibile e meglio che altrove in Italia, i prezzi dei dolci tipici come colombe e uova. A pagare di più non sono infatti solo i consumatori finali, ma anche chi produce e i bresciani lo hanno capito e restano attenti alla qualità dei prodotti confermando il rapporto fiduciario con le pasticcerie del territorio, magari spendendo qualcosa in più, ma per un prodotto artigianale e di qualità».