Nel 2021 gli occupati bresciani sono cresciuti di 8 mila unità

Nel 2021 il numero complessivo degli occupati in provincia di Brescia è di circa 541 mila unità, in crescita di circa l’1,5% rispetto ai 533 del 2020. La crescita dell’occupazione ha riguardato in modo leggermente più marcato la componente femminile (da 215 mila circa a 219 mila) rispetto a quella maschile (da 319 a 322 mila). A osservarlo è il Centro Studi Apindustria Confapi Brescia rielaborando i dati Istat. Il tasso di occupazione delle donne è cresciuto di un punto percentuale (da, 53,1 a

54,2%) mentre quello degli uomini è rimasto pressoché stabile (da 76,7 a 76,8%). Il tasso di occupazione complessivo è del 65,7%. In un contesto di ripresa economica molto spinto, il tasso di disoccupazione è lievemente cresciuto (dal 4,4 al 4,9%) per effetto del maggior numero di persone che si sono attivate per cercare un lavoro. Gli uomini in cerca di occupazione sono passati da 9 a 13 mila circa, le donne alla ricerca di un lavoro sono invece diminuite (da 16 a 15 mila).

Per quanto riguarda la qualità dell’occupazione, l’analisi per macro aree territoriali dell’Istat osserva che nel quarto trimestre la crescita ha riguardato in misura maggiore i dipendenti a termine (+2,7%) e, in misura minore, gli indipendenti (+0,2%). In lieve calo invece i dipendenti a tempo indeterminato (-0,1%). Dal lato dell’offerta di lavoro, al forte calo tendenziale dell’occupazione nel primo trimestre, è seguita la forte crescita nel secondo trimestre che è diventata ancora più marcata nel terzo e nel quarto trimestre 2021. Se il quadro del 2021 è complessivamente positivo, il 2022 invece è iniziato in modo più preoccupante sul fronte occupazionale. Su base annua, la crescita delle posizioni lavorative è più marcata nei servizi, pari a +5,4%, rispetto all’industria (+3,9%).

Sul sito dell’Istat (www.istat.it [1]) tutti i dettagli di riferimento su definizione di occupati, disoccupati, campione di riferimento e metodologia adottata.

«La crescita dell’occupazione ha accompagnato la forte ripresa che c’è stata nel 2021 – afferma il presidente di Apindustria Confapi Brescia Pierluigi Cordua -. Il problema è di prospettiva: i costi crescenti stanno riducendo sempre più la marginalità delle imprese. A questo si accompagna una riduzione della domanda e quindi un rallentamento generale dell’economia».

«Se fino a poche settimane fa prevaleva l’ottimismo – conferma il direttore dell’ Ufficio relazioni  industriali e sindacali di Apindustria Confapi Brescia Raffaello Castagna -, da alcune settimane la percezione è cambiata. Costi energetici da una parte e impossibilità di ricevere componenti e materie prime dall’altra stanno creando grandi problemi. Tutto questo sta creando incertezza e, nel concreto, un aumento delle richieste di cassa integrazione. Una crisi anche anomala per certi versi: gli ordini ci sono, ma per diversi motivi non si riesce ad evaderli».

Resta anche il tema di fondo della qualità dell’occupazione: «Le imprese continuano a lamentare una mancanza di manodopera specializzata, che in alcuni casi provoca anche un rallentamento della produzione – sottolinea Cordua -. In un contesto di profonda trasformazione come quello attuale urgono politiche attive all’altezza per riqualificare e formare personale».