Il presidente Massetti: «Ristori adeguati e taglio delle tasse per ripartire»

450 milioni di euro: sono i mancati ricavi totalizzati nel 2020 nella sola Lombardia dalle quasi 25mila imprese del settore del benessere, per la sola provincia di Brescia -57 milioni per le  3.364 imprese bresciane che occupano 7 mila addetti.

Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «La chiusura delle attività di estetica e acconciatura nelle zone rosse favorisce l’attività di abusivi e irregolari, con un conseguente rischio maggiore di contagio e diffusione del Covid-19. Come Confartigianato abbiamo messo nero su bianco, in una lettera inviata al Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, rilanciando a nome di tutte le imprese del settore, ormai devastate dalle chiusure e dalla crisi economica, la preoccupazione per l’aumento degli abusivi e degli irregolari nel settore benessere, con conseguente rischio maggiore di contagio e diffusione del Covid-19. Stimiamo nei servizi alla persona un tasso di lavoro indipendente irregolare del 26,1%, per cui la chiusura di acconciatori e centri di estetica nelle aree rosse apre spazi di domanda per un’offerta irregolare caratterizzata da un esercito potenziale di abusivi composto in Lombardia da 7 mila soggetti, oltre un migliaio solo nella nostra provincia. Servono ristori adeguati ed erogati in tempi rapidi. Gli attuali non bastano. E un taglio delle tasse per ripartire, ma soprattutto servono controlli».

Il settore Benessere ha chiesto dunque al Ministro Giorgetti di intervenire per evitare il protrarsi della situazione di pericolo per i cittadini fruitori di tali servizi. Confartigianato chiede inoltre alle Istituzioni un impegno massivo sui territori affinché vengano intensificati, accertati e circoscritti i fenomeni di abusivismo.

Dal 6 marzo all’inizio di aprile 2021 a Brescia, in area rossa per 22 giorni, la chiusura delle attività regolari ha reso contendibile all’abusivismo il 71% dei ricavi. L’abusivismo genera un ingente danno economico e sociale. L’attività degli indipendenti irregolari compromette la qualità e la sicurezza dei trattamenti – le imprese regolari si attengono ai protocolli Covid-19 per distanziamento e sanificazione – determina una evasione totale di imposte dirette, indirette e contributi sociali, oltre ad esercitare una pressione competitiva sleale sulle imprese regolari che penalizza la propensione agli investimenti e la domanda di lavoro.

«I dati dei contagi attuali non sono confortanti – prosegue Massetti. Riteniamo prioritaria la salvaguardia sociale, degli operatori e dei cittadini, che è la ratio per cui sono in vigore le restrizioni vigenti. Considerato il rischio a cui sono sottoposti tutti gli operatori, la campagna vaccinale per  questi soggetti deve essere prioritaria e garantire la loro incolumità dal punto di visto della sicurezza sanitaria, dall’altro il Governo deve operare affinché le misure messe a disposizione per la categoria si traducano in ristori e rimborsi concreti e di sostanza, proporzionati ai costi che le imprese devono sostenere, a partire dal rimborso dei canoni di locazione fino al costo del personale».