Caldo, Coldiretti Brescia: è allarme siccità al via irrigazioni di soccorso per salvare le coltivazioni

Con il grande caldo fuori stagione e la lunga assenza di precipitazioni, anche a Brescia è allarme siccità. I laghi bresciani – conferma Coldiretti Brescia – sono sotto la media rispetto all’anno scorso: il lago d’Iseo per esempio oggi segna a Sarnico -10 cm rispetto ai +16cm di media del periodo, mentre l’inizio della primavera rappresenta un momento critico per le coltivazioni, che hanno particolare bisogno di acqua per crescere.

La situazione è preoccupante – prosegue Coldiretti Brescia – dove possibile sono già iniziate le irrigazioni di soccorso per le colture che stanno andando in stress idrico, principalmente prati, erbai e cereali autunno-vernini come orzo e frumento. L’attenzione è alta anche per le già avvenute o imminenti semine di mais: c’è il rischio che si ripeta la situazione dello scorso anno, quando ad aprile furono necessarie tempestive irrigazioni di soccorso per garantirne la regolare emergenza. Si tratta infatti di un settore particolarmente importante per l’economia agricola bresciana – aggiunge Coldiretti Brescia – che rappresenta la principale coltivazione delle nostre campagne di pianura: mediamente ogni anno ne vengono seminati 70- 75mila ettari.

“La terra è molto asciutta – precisa Giacomo Lussignoli, imprenditore agricolo e dirigente Coldiretti di Ghedi – abbiamo iniziato le irrigazioni di soccorso anche ai primi mais seminati che sono già in fase di germinazione. Ma la vera incognita è la disponibilità dell’acqua, che non per tutti è uguale. Noi abbiamo a disposizione pozzi privati, diverso è per chi utilizza le derivazioni di laghi e fiumi che oggi sono in carenza”.

Un allarme che si farà sempre più concreto – prosegue Coldiretti Brescia – perché l’aumento degli eventi climatici estremi ha modificato e sta modificando soprattutto la distribuzione stagionale e geografica delle precipitazioni. La mancanza di acqua, rappresenta la condizione meteo più rilevante per l’agricoltura con un danni stimati in media, a livello nazionale, in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. Basti pensare che in Italia – come precisato dal meteorologo Andrea Giuliacci in un recente convegno di Coldiretti Brescia – i cambiamenti climatici hanno colpito con intensità superiore a quella della media planetaria: le temperature medie dagli inizi del 1800 sono salite di oltre 2 gradi,  e luglio 2019 è stato a livello planetario il mese più caldo dell’era moderna,  e la  superficie dei ghiacciai si è ridotta in soli 50 anni di circa il 30% .

Coldiretti, in quest’ottica, ha scelto di impegnarsi in progetti di sostenibilità sul fronte idrico su tutto il territorio italiano. “Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e soddisfare il crescente fabbisogno di beni alimentari – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti nazionale e Coldiretti Brescia – abbiamo elaborato e proposto un progetto concreto immediatamente cantierabile. Un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici lungo tutto il territorio nazionale”. Il progetto – continua Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, il tutto con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è “costruire” senza uso di cemento, per ridurre l’impatto l’ambientale, laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

Il piano sulle risorse idriche per il Recovery Plan punta a risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030. Un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso – conclude Coldiretti – con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti con il coinvolgimento anche di Università.