Nutriscore rischia di espandersi a livello globale mettendo in pericolo 46,1 miliardi di esportazioni agroalimentari

E’ necessario intervenire con urgenza per fermare l’attacco al prodotti alimentari nazionali con il rischio del via libera all’etichetta Nutriscore che rischia di espandersi a livello globale mettendo in pericolo il record di 46,1 miliardi di esportazioni agroalimentari tricolori del 2020 con un aumento dell’1,8% realizzato in controtendenza al taglio degli scambi commerciali determinato dalla pandemia  Covid. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’apprezzare l’impegno assunto per contrastarla in Europa dal Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli in Audizione alla Commissione Agricoltura della Camera.

L’etichettatura nutriscore francese come quello a semaforo adottato in Gran Bretagna influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari. Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto che – sostiene la Coldiretti – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia – precisa la Coldiretti – di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.

L’etichetta nutrizionale a colori peraltro – continua la Coldiretti –  boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid.

In un momento difficile per l’economia – precisa la Coldiretti – dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza contrastando le indicazioni fuorvianti ed estendendo l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. L’Italia grazie ai primati nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistati a livello europeo – conclude Coldiretti – ha la responsabilità di svolgere un ruolo di leadership in nell’Unione.