Il Museo di Santa Giulia di Brescia, dal 26 marzo al 18 luglio 2021, ospita la prima retrospettiva italiana di Alfred Seiland

Il Museo di Santa Giulia di Brescia, dal 26 marzo al 18 luglio 2021, ospita la prima retrospettiva italiana di Alfred Seiland (St. Michael, Austria, 1952) che giunge in Italia dopo il successo delle esposizioni al Museo Romano Germanico di Colonia, ai Rencontres di Arles e all’Albertina di Vienna.

Lโ€™iniziativa rientra nel programma delle celebrazioni per la restituzione a Brescia della Vittoria Alata, la straordinaria scultura romana che, dopo un attento restauro durato due anni presso lโ€™Opificio delle Pietre Dure di Firenze, รจ tornata in cittร , nella sua nuova collocazione nellโ€™aula orientale del Capitolium riallestita su progetto dellโ€™architetto Juan Navarro Baldeweg.

La mostra si pone come un ponte ideale tra il patrimonio storico e lo sguardo attuale in coerenza con lโ€™identitร  del progetto pluriennale dedicato alla celebrazione e alla valorizzazione della Vittoria Alata.

La rassegna, curata da Filippo Maggia e Francesca Morandini, promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei e coprodotta con Skira, presenta, per la prima volta in Italia, 136 immagini di grande formato tratte da IMPERIVM ROMANVM, il monumentale progetto sviluppato in oltre quindici anni di lavoro dal fotografo austriaco.

Parte centrale della selezione รจ un nucleo di 20 inediti tra cui un portfolio di 6 scatti realizzati a Brescia tra il 2019 e il 2020, che coglie il patrimonio antico della cittร  e ne documenta il valore monumentale e sociale, in costante cambiamento secondo canoni contemporanei, accompagnato da una video intervista di approfondimento.

Affascinato dalle scenografie cinematografiche dellโ€™antica Roma, allestite a Cinecittร , Alfred Seiland ha intrapreso un lungo viaggio nei territori in cui si estendeva il dominio di Roma, dalla Siria alla Scozia, ai paesi che si affacciano sul Mediterraneo e oltre, per fotografare quei siti archeologici romani in cui si cogliessero le diverse sfumature di interazione tra uomo e rovine.

Sono 40 i paesi raccontati attraverso i siti archeologici come Palmira, Samaria o Epidauro. Il progetto illustra, con fotografie talvolta iperrealiste e pop, talvolta simboliste e minimali, l’inestricabile e vitale rapporto tra le tracce residue della cultura romana e i luoghi della modernitร . Le rovine emergono cosรฌ in tutta chiarezza quali patrimonio comune di un immaginario collettivo, una sorta di minimo comune denominatore continentale tra passato, arte moderna e architettura contemporanea, la prima โ€œformaโ€ di globalizzazione dello sguardo. Il pubblico รจ invitato a scoprire le trasformazioni delle cittร  e del paesaggio: l’occhio del fotografo ne esalta il riuso talvolta consapevole talvolta casuale, ed espone il surreale dialogo tra le antiche glorie monumentali e i moderni tessuti urbanistici, gli spazi del turismo di massa, dello sport e della cultura del tempo libero.

Il Colosseo a Roma, le terme di Bath, il Pont du Gard in Provenza, ma anche rovine di siti meno noti al grande pubblico, o, ancora, edifici moderni che alludono allโ€™antico in tutto il loro paradosso, come il set di Cinecittร  o il Caesar Palace Hotel di Las Vegas o la presenza discreta dei resti archeologici nel tessuto urbanistico attuale. I monumenti dellโ€™Impero romano, diffusi in Europa e lungo il bacino del Mediterraneo, costituiscono per i suoi abitanti unโ€™abitudine visiva, per i turisti un feticcio, per le infrastrutture un ostacolo.

Con questo progetto, costantemente in progress, Seiland รจ riuscito a riportare a galla, nel mondo globalizzato, la traccia del senso di comunitร  e un nuovo significato di quella integrazione che lโ€™impero romano aveva avviato e realizzato per tutto lโ€™arco della sua durata e che le locali vicende storico-culturali hanno modificato, distrutto o adeguato. Tra le fotografie riaffiorano tracce, forme, materiali e luoghi con i quali le societร  contemporanee che risiedono nei territori un tempo occupati dallโ€™Impero continuano a rapportarsi, con modalitร  spesso inattese e sorprendenti.

โ€œSusan Sontag โ€“ racconta Filippo Maggia, curatore della mostra โ€“ nel suo avvolgente romanzo Lโ€™amante del vulcano, descrive uno dei tre personaggi principali, il console inglese Sir William Hamilton, come uno studioso e appassionato collezionista, di tutto e in particolare di qualsiasi cosa abbia a che fare con il vulcano, il Vesuvio della Napoli borbonicaโ€.

โ€œAncora Susan Sontag – prosegue Filippo Maggia -, nel suo fondamentale saggio Sulla fotografia, mai come oggi attuale e necessario, scrive che โ€œCollezionare fotografie รจ collezionare il mondo. Alfred Seiland incarna perfettamente il prototipo di fotografo/collezionista, quasi una sintesi del pensiero della scrittrice americana: la sua raccolta โ€œImperium Romanumโ€ nasce da una passione mai sopita per le vestigia dellโ€™impero romano riconsiderate – non solo ritratte – allโ€™alba del terzo millennio, racconta di luoghi a volte dimenticati e altre volte inventati, riunendo pezzi di mondo fra loro anche molto lontaniโ€.

โ€œMonumenti antichi e paesaggi mitici, testimoni di oltre due millenni di storia erosi lentamente da fenomeni politici, sociali e naturali โ€“ sottolinea Francesca Morandini, curatrice della mostra โ€“ vengono riprodotti da Alfred Seiland come avrebbe fatto un pittore da cavalletto ottocentesco al seguito di missioni archeologiche in regioni remote.

L’immagine che Seiland scatta รจ il momento finale di un percorso di ricerca, studio e conoscenza di luoghi il cui significato risiede nella storia, nelle vicende umane legate al sito, nella loro dimensione mitica e ne ferma la situazione attuale sospesa tra il โ€œnon piรนโ€ e al contempo il โ€œma ancoraโ€.

Alfred Seiland. IMPERIVM ROMANVM Fotografie 2005-2020 sarร  allestita nei rinnovati spazi espositivi del โ€œQuadrilatero rinascimentaleโ€ delle gallerie alte del Monastero di Santa Giulia del Museo di Santa Giulia, oggetto di un recente recupero funzionale finanziato da un Bando della Regione Lombardia con il progetto โ€œOff\Onโ€.