Colazione con il critico: il cinema di David Lynch

In occasione dei settantacinque anni del grande cineasta statunitense, il cinema Nuovo Eden di Brescia è pronto a celebrarne la personalità e la produzione con un nuovo e imperdibile appuntamento mattutino, in streaming: Colazione con il critico: il cinema di David  Lynch.

Sabato 20 febbraio 2021 dalle ore 10.00 alle ore 11.30 è in programma la quinta “Colazione con il critico”. Questa volta al centro dell’attenzione della diretta streaming ci sarà la cinematografia di David Lynch, con la partecipazione del critico cinematografico e docente universitario Luca Malavasi.

«Il mio film è composto della materia di cui sono fatti gli incubi. Io ho paura di molte cose, ma soprattutto delle bocche e dei denti degli uomini.» (David Lynch)

David Lynch (David Keith Lynch), Missoula, Montana (USA), 20 Giugno 1946
Regista, sceneggiatore e produttore. Di origine finlandese, nato in una piccola città del Montana, David Keith Lynch trascorre l’infanzia passando da uno Stato all’altro al seguito del padre scienziato. Frequenta numerose scuole d’arte, all’interno delle quali inizia a interessarsi di cinema. Altre sue grandi passioni sono la pittura e la scultura. A 21 anni si sposa con Peggy Lynch (da cui divorzia nel 1974) e nasce la futura regista Jennifer Chambers Lynch (autrice di “Music Box”, 1993). Questa esperienza, oltre all’aver frequentato una scuola in una zona violenta di Philadelphia, ispira il suo primo film, Eraserhead – La mente che cancella, a cui lavora ossessivamente per cinque anni. La storia di una donna che partorisce un bimbo mutante spaventa i distributori, che si limitano a lanciarlo per lo spettacolo di mezzanotte in qualche cinema di periferia.

Per la critica è un trionfo e Lynch viene etichettato come “il nuovo rappresentante dell’avanguardia postindustriale”. Il successo di questo thriller enigmatico e per certi versi minimalista, consente a Lynch di girare la sua opera seconda, The Elephant Man (1980), su esplicita richiesta di Mel Brooks. Il mostro vittoriano che spinge a superare le apparenze incanta l’Academy, con ben otto nomination all’Oscar fra cui quelle per miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura. L’enorme successo di critica e pubblico spingono Lynch a girare il flop fantascientifico Dune (1984), la sua prima opera a colori. Sembra che Lynch abbia accettato la proposta di De Laurentiis di girare questo film solo dietro l’assicurazione di avere carta bianca per la pellicola successiva, Velluto blu (1986), il suo lavoro più originale e personale fin dagli inizi. Il soggetto narra di un ragazzo che trova un orecchio mozzato in un campo e ne rimane ossessionato. Il film è un trionfo di voyeurismo e sessualità nascosta, che proietta il regista verso la seconda nomination all’Oscar. A quel punto l’attenzione si sposta verso le serie televisive e nel 1990 nasce il fenomeno popolare Twin Peaks. La serie proiettata dall’ABC rimane tutt’ora il suo più grande successo di pubblico e lo incorona “maestro del cinema surrealista”. Sempre nello stesso anno, Lynch vince la Palma d’oro a Cannes con Cuore Selvaggio, un road movie che divide i critici ancora oggi. Nel 1992 gira Fuoco cammina con me!, il più grande fiasco della sua carriera.

Ma Lynch non si abbatte e dopo alcune produzioni televisive (On the Air e American Chronicles), torna al grande schermo con il controverso Strade perdute (1997), un noir non lineare dagli spiccati caratteri modernisti. Nel 1999 incanta critica e pubblico. Esce nelle sale: Una storia vera, la vicenda realmente accaduta di un anziano che ha percorso 600 chilometri con un tagliaerba. La Disney produce e Lynch stupisce. Specialmente nel 2001, quando presenta al festival di Cannes il suo capolavoro assoluto: Mulholland Drive. La BBC lo incorona “Miglior film del 21° secolo”, a Cannes vince la Palma d’Oro e la terza nomination all’Oscar non tarda ad arrivare. Il film è un’opera surreale ed enigmatica, che si fonde con il romanticismo di una Los Angeles oscura e prevaricatrice. E pensare che il film nasceva come il pilot di una serie tv, ma poi si è trasformato in un’opera autoconclusiva.

Subito dopo il pubblico richiama il visionario regista al piccolo schermo e nel 2002 esce Rabbits, la follia di alcuni coniglietti raccontata in 8 episodi. Nel 2006 torna a Venezia con Inland Empire – L’impero della mente e riceve il Leone d’Oro alla Carriera. Ma per Lynch la vita non è solo cinema. È un appassionato d’arte e disegna anche fumetti, con un occhio di riguardo per la musica. Nel 2017 porta al Festival di Cannes la nuova stagione di Twin Peaks. Lynch è anche impegnato sul fronte della meditazione trascendentale e ha progettato un sito a pagamento per rimanere sempre in contatto con i suoi fan. (cinematografo.it)

Luca Malavasi è Professore associato presso l’Università di Genova, dove insegna Storia e analisi del film e Elementi di cultura visuale. Si occupa prevalentemente di storia e teoria del cinema e dei media e di cultura visuale. Tra i suoi libri: David Lynch. Mulholland drive (Lindau, 2009), Realismo e tecnologia. Caratteri del cinema contemporaneo (Kaplan, 2013), Il cinema. Percorsi storici e questioni teoriche (con Giulia Carluccio e Federica Villa, Carocci, 2015), Postmoderno e cinema. Nuove prospettive d’analisi (Carocci, 2017), Il linguaggio del cinema (Pearson, 2019).

Evento online e gratuito.
Per partecipare è necessario iscriversi sul sito https://www.eventbrite.it/e/140750152495

L’iscrizione è possibile esclusivamente online.
L’evento sarà registrato e sarà perciò possibile rivedere la diretta.