Etichetta, Coldiretti: scatta l’obbligo di origine sui trasformati di carne suina

In vigore da ieri l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di provenienza di salami, mortadella e prosciutti, per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana. E’ terminata domenica – conferma Coldiretti Brescia – la proroga di due mesi concessa dal Ministero dello Sviluppo economico per la piena applicazione del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per “l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate”.

“Un importante risultato atteso da tempo – dichiara Silvia Ferrari dell’azienda agricola Marchini di  Capriano del Colle – come allevatori siamo convinti di aiutare il consumatore nelle sue scelte quotidiane: l’origine del prodotto è un’informazione che non può mancare nel momento in cui si effettua l’acquisto di un alimento. Inoltre questa informazione aiuterà ad aumentare la trasparenza all’interno di tutta la filiera suinicola agroalimentare”.

Nella sola provincia di Brescia – aggiunge Coldiretti provinciale – si allevano 1 milione e trecentomila capi e oltre 75.000 scrofe: la preoccupazione più grande è rappresentata dall’invasione di cosce dall’estero, per una quantità media di 56 milioni di “pezzi” che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy. Coldiretti stima infatti che tre prosciutti su quattro venduti nel nostro Paese siano in realtà ottenuti da carni straniere, senza esplicitare fino a oggi questa informazione in etichetta.

“L’indicazione obbligatoria in etichetta – precisa Claudio Cestana, vicepresidente Coldiretti Brescia e suinicoltore di Manerbio – ha innescato negli ultimi mesi dinamiche positive legate alla quotazione dei suini, sia per la tipologia da macello sia per il suinetto, i  prezzi in leggero aumento, anche se, a causa dell’aumento del costo dei cereali, ancora troppo bassi.  Con l’introduzione dell’origine in etichetta, l’import dei suini dall’estero ha subito una contrazione”.  Un provvedimento importante per garantire trasparenza ai 35 milioni di italiani che, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, almeno una volta a settimana portano in tavola salumi. Ma anche per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale.

“In un momento difficile per la nostra economia, dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy” conclude il presidente di Coldiretti Brescia e nazionale Ettore Prandini nel sottolineare che “l’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa grazie alla leadership nella qualità e nella sicurezza alimentare”.