Fino a domenica torna Animals & Travel dei fratelli Giuliano e Roberto Radici
Fino a domenica dalle 17 alle 21 sarà possibile visigtare l’installazione artistica Animals & Travel degli artisti bresciani Giuliano e Roberto Radici, un progetto creativo che fonde fotografia, pittura, musica, in una suggestiva cornice di archeologia industriale, lo Spazio Espositivo La Basilica, presso il Complesso L.E.O. [ ex ENEL ] di via Leonardo Da Vinci a Brescia.
La loro opera si configura come un cantiere artistico, sia fisico che metaforico, dove la realtà si compone e scompone in forme ed accostamenti anomali in un tempo sospeso, il 2020, dilatato dalla musica appositamente composta dai giovani musicisti Lillo Dadone ed Edoardo Campia.
Ricordiamo che la mostra sarà visitabile fino a domenica 1 novembre incluso dal venerdì alla domenica dalle 17 alle 21.
2020: nell’anno del non viaggio e dell’inedito, le pareti dello spazio espositivo si animano di immagini e ritratti fotografici provenienti da tutto il mondo e realizzati tra il 2014 e il 2019, accostati secondo libera associazione e mossi da una riflessione istintiva: ironia, empatia, critica, spunti per comprendere di che pasta è fatto il nostro mondo, di quali racconti. Una strada di km e km che l’autore ha fisicamente percorso in più anni tra Cile, Bolivia, Hong Kong, Giappone, India, Malawi, Cambogia etc, ma che il pensiero ha accorciato, scomposto e rielaborato, sottolineandone la forza e la coerenza che potessero dare al suo messaggio un valore universale. «_Non mi piace “guardare”. Mi piace “vedere”, quindi esserci con la mente e con il cuore per lasciare un segno tangibile come un buon contemporaneo racconta storie_», afferma. Giuliano Radici
In questa dimensione che gioca con ed esprime il mondo reale – quantomeno nella forma – si calano dipinti di grandi dimensioni raffiguranti animali metamorfici mostruosi, fusioni e invenzioni che sembrano giungere da un bestiario medievale, perfetti per esprimere il fragile legame tra uomo e Natura. Alcuni animali esistono, altri no, ma forse potrebbero. Siamo noi stessi che ci ritroviamo spezzati e costretti ad innesti che trasformano lo spazio quotidiano nel luogo dell’indifferenza. Sono ipotesi di un futuro che contribuiamo a realizzare con l’ignoranza, mentre credendo di correre verso il progresso sprofondiamo in un abisso sempre più profondo, in cui a sopravvivere saranno i mostri, naturali e non. «_Dalla finestra del
2020 sto osservando con curiosità ed interesse un paesaggio che sta attraversando una stagione che non conosco, piena di rivelazioni e contrasti ma che cela anche il pericolo insidioso dell’appiattimento e dell’uniformazione, dove la ricerca della verità e dell’oggettività è sempre più difficile_», afferma Roberto Radici.