Come interrompere il capriccio di un bambino con una sola domanda

Gestire i figli, soprattutto quando sono piccoli, si rivela in alcuni periodi molto complicato: avete presente quella fase in cui qualsiasi occasione è buona per iniziare un capriccio? I genitori sono messi a dura prova quando si presenta la necessità di dover far ragionare un bambino proprio nel momento in cui tutto appare così irrazionale.

Diversi sono i metodi che istintivamente i genitori mettono in atto per contrastare i capricci dei figli. Purtroppo il rimprovero, la punizione o l’indifferenza non raggiungono lo scopo desiderato. Questo perché il “no” non deve essere imposto ai propri figli come una decisione presa dal genitore dittatore, non deve passare come un rimprovero, non deve sembrare una punizione, né deve far comprendere al figlio che il genitore non lo sta tenendo in considerazione.

In ognuno di questi casi infatti il bambino non fa altro che nutrire dentro sé una profonda rabbia che prima o poi sfogherà usando toni inopportuni o innescando meccanismi di ribellione e protagonismo.

LA PROPOSTA DELLA PSICOLOGA

Allora come fare per gestire un capriccio e far passare il classico “no” come una scelta fatta proprio dal bambino? Come far comprendere al bambino che esistono delle priorità e che nonostante la sua età deve scegliere cosa è meglio per lui?

La psicologa Sally Neuberger spiega che dobbiamo far sì che il bambino si senta rispettato, nel senso di dare valore a quello che sta provando. E allora al momento di una crisi, qualunque sia il motivo, un bambino a partire dai 5 anni deve pensare e trovare la risposta relativa a ciò che sta accadendo.

La valutazione che compiamo su ciò che gli sta accadendo e allo stesso tempo il fatto di includerlo nella soluzione della questione smontano la situazione di crisi.

LA DOMANDA PER FAR TORNARE LA CALMA

Il segreto è mettere il bambino in condizioni di analizzare il proprio comportamento e comprenderne l’insignificanza. La domanda che dovrebbe essere posta ai bambini, che per qualche motivo hanno iniziato a fare i capricci troppo spesso, è: “È un problema grande, medio o piccolo?”. Sebbene molto piccoli i bambini hanno la capacità di distinguere la gravità di un problema, pertanto capaci di dare una risposta.

Il metodo non finisce qui: bisogna prendere seriamente la risposta del bambino, qualunque essa sia. Bisogna fargli capire che i problemi grandi sono quelli che NON hanno soluzione, quelli medi richiedono una riflessione più attenta e quelli piccoli sono di immediata risoluzione. Sarà lui stesso a capirne l’entità in base alla possibilità o meno di trovare una soluzione.

Come genitori quello che va fatto è:

  • lasciare al bambino il tempo di trovare da solo il modo più opportuno di agire,
  • non mettergli fretta o anticipare le sue parole,
  • una volta individuata la soluzione, aiutarlo a realizzarla.

È un cammino che all’inizio sarà tortuoso, ma che il bambino riuscirà a far proprio in poco tempo.

In questo modo non soltanto avremo risolto un capriccio, ma insegnato a nostro figlio un metodo che si porterà dietro per tutta la vita.

(FONTE: www.familydays.it)