“Coronavirus, così i bambini si ammalano di meno”: ecco lo studio che fa riaprire le scuole in Germania

I bambini si ammalano meno di coronavirus e ne vengono contagiati più difficilmente. E’ il risultato preliminare di uno studio di quattro università tedesche – Heidelberg, Friburgo, Tubinga e Ulm – che hanno condotto un esperimento su 2.500 bambini tra uno e dieci anni e, rispettivamente, su uno dei loro genitori, dunque su un campione di 5000 persone. La pubblicazione è prevista per l’anno prossimo. Ma intanto il land Baden-Wuerttenberg – committente dell’indagine – lo ha preso come spunto per riaprire asili e scuole già il 29 giugno, prima delle vacanze estive.

Per Klaus-Michael Debatin, direttore di Pediatria dell’Università di Ulm, il lavoro sui minori, condotto tra il 22 aprile e il 15 maggio, “insieme ad altri studi, tedeschi e internazionali, contribuisce a comprendere il ruolo che hanno i bambini nella diffusione del virus”. La conclusione è che “nel complesso i bambini non soltanto si ammalano meno – un dettaglio già noto da tempo. Ma si infettano anche più raramente con il Covid 19”.

Nel periodo preso in esame un bambino e un genitore si sono ammalati, mentre 64 sono risultati positivi al test sugli anticorpi, dunque avevano contratto il virus senza accorgersene. Nel complesso, meno di un terzo dei contagiati erano bambini. E solo in 13 casi risultavano positivi sia il genitore sia il minore. In altre parole, se un genitore si era infettato, il figlio o la figlia non era stato contagiato automaticamente, e viceversa.

Lo studio è interessante anche dal punto di vista politico, perché è stato suggerito dai consiglieri scientifici del governatore del Baden-Wuerttenberg, Winfried Kretschmer, finanziato con 1,2 milioni di euro e affidato a quattro prestigiose università del Land. E il risultato ha indotto il governatore a riaprire più velocemente le scuole per i più piccoli.

Per Kretschmer “lo studio è la base per decidere l’ulteriore apertura di asili e scuole elementari. E per me è fondamentale che nel caso di decisioni così importanti abbiamo potuto contare sulla straordinaria expertise dei nostri scienziati del Baden-Wuerttenberg”

(FONTE: www.repubblica.it)