Giornata Mondiale dell’ambiente – A cura di Alberto Di Monaco e Paola Ciociola

“Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli” PROVERBIO dei NATIVI AMERICANI

Educazione ambientale e scuola

Qualunque progetto di educazione ambientale deve prendere in considerazione sia la realtà territoriale, sia l’atteggiamento di chi vi si accosta. Conoscere un territorio significa cogliere la bellezza dei suoi aspetti naturali, ma anche i cambiamenti e la deturpazione che hanno subito quando l’uomo non ha saputo o voluto rispettarli.

L’educazione ambientale deve per prima cosa intervenire sul rapporto che l’uomo ha con la realtà a cui appartiene; i giovani avvertono concretamente il bisogno di diventare consapevoli della propria posizione nella realtà, che invece sfugge loro, si fa indefinita o si modella su falsi bisogni.

L’educazione ambientale deve mirare a modificare i valori ed i comportamenti sociali, servendosi anzitutto degli stimoli che la natura offre. La tutela del mondo naturale non deve essere il fine primario dell’educazione ambientale, ma anche e soprattutto un mezzo attraverso il quale ogni persona può costruire una propria coscienza personale e sociale.

Le attività proposte a scuola vogliono dare una risposta ai principali bisogni formativi individuali e sociali che sono alla base dell’educazione ambientale: 

  • bisogno di scoprire e vivere l’ambiente;
  • bisogno di costruire la propria identità dentro un contesto reale, non virtuale, non formalizzato;
  • bisogno di appartenere e crescere in un contesto di relazioni ricco e complesso;
  • bisogno di conoscere in modo globale in un processo che comprenda il piano sensoriale, emotivo e cognitivo.

La tematica centrale attorno la quale si svilupperanno tutti i percorsi è quella della CITTADINANZA CONSAPEVOLE,  in particolar modo quella legata al verde pubblico cittadino.

La scuola oggi si apre al contesto sociale e al territorio, per leggere l’identità dei bambini, per costruire insieme a loro una cultura di appartenenza e partecipazione, di educazione al rispetto reciproco, alla convivenza, alla cittadinanza consapevole; è la prima comunità in cui, attraverso l’esperienza e il gioco, si parla, si comunica, si incontrano diverse culture e si diventa cittadini attivi. L’accelerazione intensa e non sempre prevedibile dei mutamenti nella nostra epoca, i limiti dello sviluppo, sono il quadro di riferimento entro cui si muove l’educazione ambientale; la consapevolezza che l’ambiente non può essere considerato uno spazio illimitato e che le risorse del pianeta non sono infinite, fa nascere una serie di risposte tra cui anche quella di tipo educativo. La scuola, come ente educativo e formativo, ha l’importante compito di indirizzare gli alunni verso scelte e comportamenti a favore dell’ambiente, di stimolare il desiderio dei bambini di parteciparne attivamente alla difesa; l’acquisizione dei saperi ambientali, che passa attraverso l’esplorazione del territorio e l’analisi del paesaggio, ha l’intento di farli diventare cittadini consapevoli e responsabili nei confronti di sé, dell’ambiente e della comunità, intesa non solo come società di appartenenza, ma anche come pianeta. Si delinea dunque nella scuola una nuova finalità formativa: avvicinare gli alunni alla scoperta dell’ambiente, per imparare a conoscere e a rispettare le cose che li circondano, a capirne il valore e l’importanza, a far  sviluppare, fin dalla prima infanzia, processi sempre più ampi di attenzione e responsabi­lizzazione, educando al risparmio, al recupero, alla lotta al consumo inutile e a scoprire le cause e gli effetti che le azioni di noi uomini possono provocare. L’ambiente naturale deve essere considerato come luogo di vita da valorizzare e rispettare, così che, anche solo lo spazio esterno, come il giardino della scuola, un parco vicino, possano diventare preziosi laboratori creativi-scientifico-didattici, occasioni di conoscenza, trasformazione, socializzazione e appartenenza, verso un corretto rapporto col mondo naturale, improntato alla consapevolezza, all’assunzione di responsabilità e alla concezione dell’ambiente in senso naturale e storico-culturale quale enorme risorsa.

Ci sono veri e propri studi scientifici e neuroscientifici che sottolineano come il cervello cresca in benessere e serenità e come la natura abbia effetti benefici sulla mente stessa. Il professor Ryan, docente all’istituto di psicologia positiva ed educazione in Australia e ricercatore presso l’Università di Rochester sostiene che  ‘stare a contatto con la natura, al contrario, rende le persone più attive e vitali’ (Ryan et al., 2010). Ryan sottolinea come il contatto con la natura produca livelli di arousal (attivazione fisiologica) piuttosto importanati.  La natura rende più vitali, più volitivi e di buon umore. Ed è vero, molte volte, quando si passeggia nella natura, è bellissimo notare i sorrisi entusiasti di coloro che si stanno godendo il tutt’uno con il verde. Con l’aria non inquinata, con il cielo che a volte, si tocca con un dito. A volte mi capita di pensare a quanti neurotrasmettitori della felicità e quante sostanze positive si attivino in quei frangenti. A partire dalla dopamina che si ‘esalta’ quando si arriva sulla vetta di una montagna e si scruta ammaliati il paesaggio sottostante. La serotonina attivata quando stiamo passeggiando con una persona cara ed importante a livello emotivo; all’importantissimo (e purtroppo poco conosciuto) GABA  che è quel neurotrasmettitore che aiuta a ridurre l’attività neuronale e a sentirci di conseguenza meno stressati e meno ansiosi ma distesi e rilassati. Nella natura, nel silenzio, nella pace, sdraiati sopra un tappeto verde…il GABA ci permette di essere più tranquilli e sereni. E poi…l’adrenalina, che al contrario del GABA, ci permette di utilizzare le energie per aiutarci a sentirci meno stanchi e più carichi: sia fisicamente che mentalmente. Per questo, neuroscientificamente, si può parlare di effetto ottimale del verde, della natura sul cervello, perché c’è un’oggettiva riduzione di distress e produzione di eustress, con aumento della creatività, del buon umore, dell’autostima e miglioramento della memoria.

Alberto Di Monaco, pedagogista e narratore, educatore ambientale-relazionale presso associazione ambientale labter-rete scuole s.o.s., presdente dell’ associazione di promozione sociale arkys che si occupa di ecologia. Paola Ciociola, psicopedagogista, docente, formatore neuro psico pedagogico presso arkys rete di idee e cultore della materia presso l’universita’ degli studi di bergamo.