Verso Tokyo 2020, un’altra sfida per Culea

Il traguardo, per Silvio Culea, è fissato già da quattro anni: occupare uno dei primi 40 posti del ranking mondiale di tennis in carrozzina l’8 giugno 2020, termine per garantirsi un posto alle Paralimpiadi di Tokyo. Se non fosse per una lesione da pressione nella zona dei glutei, che l’aveva già costretto a due mesi di stop la scorsa estate e si è ripresentata da un paio di settimane, l’atleta che si allena al Tennis Forza e Costanza (con Alberto Paris, Elisa Belleri e Vincenzo Rastelli) ed è tesserato per la Canottieri Garda Salò avrebbe già la qualificazione in tasca. O almeno sarebbe a giocarsela sul campo negli Stati Uniti, invece ha dovuto cancellare la trasferta e cambiare programmi. “Non è la prima volta che devo fare i conti con le piaghe da decubito – spiega il numero 1 d’Italia – ma il problema è che è capitata di nuovo nel momento più importante degli ultimi anni. Non posso fare altro che restare a letto, sdraiato, e medicare la ferita, sperando di recuperare il prima possibile. Dopo uno stop di questo tipo ci vuole anche tempo per riprendere la forma fisica, ma resto fiducioso: mi è già capitato altre volte, quindi conosco i tempi di recupero. Mi auguro di poter tornare in campo entro fine marzo”. L’infortunio l’ha fermato sul più bello, dopo un inizio di stagione convincente. A Gyor, in Ungheria, Culea è arrivato in semifinale superando la leggenda Martin Legner (che con i suoi 330 titoli è il giocatore più vincente nella storia della disciplina) ed è andato vicino a battere il giapponese Satoshi Saida, ex n.3 al mondo. “Ero nel bel mezzo di un’ottima preparazione invernale – continua – e mi sentivo molto bene fin da subito: un vero peccato doversi fermare di nuovo proprio adesso”.

Inutile nascondere che ora la strada è più in salita, ma il 46enne residente a Calcinato (e nativo di Tulcea, in Romania) resta positivo. Nei primi 40 al mondo ci è già stato (al n.36), segno che quel livello gli appartiene. E dall’attuale 49esima posizione la strada verso Tokyo non è così lunga. Servono un centinaio di punti, l’equivalente di due buoni risultati nei tornei Futures. “Il livello cresce in continuazione – spiega lui – e da qui a giugno l’asticella si alzerà ulteriormente. Ma se avrò il tempo necessario per giocare 5-6 tornei sono convinto di farcela”. L’approdo a Tokyo sarebbe il coronamento di un percorso iniziato nel 2013, quando dopo aver mancato per un soffio la convocazione nella nazionale italiana di basket in carrozzina per Londra 2012, Culea decise di cambiare rotta, trasformando il tennis da un hobby a un lavoro. Una scelta azzeccata, perché ha prodotto tre titoli internazionali in singolare, due vittorie ai campionati italiani individuali, l’ha reso l’unico azzurro fra i primi 50 al mondo e gli ha permesso di tornare a cullare di nuovo il sogno Paralimpico. “Da anni – chiude – sto vivendo in funzione di questo obiettivo: ho tralasciato tante altre cose e mi sono focalizzato solo sul tennis. Arrivare a Tokyo sarebbe un sogno che si avvera”. E pure il modo ideale per mostrarsi più forte della sfortuna. Una volta di più.

Il tennis Forza e Costanza 1911 rappresenta un riferimento prestigioso nella tradizione sportiva bresciana. Il Circolo gode di una collocazione affascinante sul colle Cidneo, incastonato laddove un tempo sorgeva il fossato del Castello medioevale. Cinque i campi in terra battuta e uno in materiale sintetico, quattro dei quali illuminati. La Club House ospita gli spogliatoi, la segreteria e il ristorante, in grado di accogliere fino a cinquanta persone. La struttura storica, quella del Castello, durante l’anno è a disposizione dei soci, circa un centinaio. E a giugno si trasforma nella suggestiva cornice del terzo più importante torneo professionistico femminile d’Italia. Gli Internazionali di Brescia rappresentano il fiore all’occhiello dell’attività del club, e mettono in palio 60mila dollari di montepremi. Un’altra sede, dedicata alla Scuola Sat e all’attività invernale, in Via Signorini.