Presentato il progetto Cibo di Mezzo

Cibo di Mezzo muove i primi passi nel 2017, dal desiderio di un gruppo di ristoratori bresciani appartenenti alla fascia alta del settore, di far conoscere, comunicare, quanto di valido e unico esista nella nostra provincia in campo enogastronomico ed agroalimentare. In aprile, dopo circa due anni di startup, è stata costituita l’omonima associazione, di cui Stefano Cerveni, chef stellato del Due Colombe a Borgonato, è presidente. Il coordinamento progettuale è affidato a Paolo Maioli esperto di Digital Marketing, cofondatore e tesoriere della stessa, che vede Ivan Favalli (Ristorante Aquariva – Padenghe) nel ruolo di vice presidente e Saulo Della Valle (ristorante L’OsteriaH2O – Moniga) nel ruolo di segretario. Nel consiglio figurano inoltre: Massimo Fezzardi (ristorante Esplanade – Desenzano, Stefano Giordani (ristorante La Speranzina – Sirmione), Andrea Leali (ristorante Casa Leali – Puegnago), Giambattista Papa (ristorante Gaudio – Barbariga), Giuseppe Maffioli (ristorante Carlo Magno – Collebeato) e Walter Viganò (ristorante La Lepre – Desenzano). A completare il gruppo degli associati, che prevede in linea di massima un paio di ingressi annui, Alberto Gipponi (ristorante Dina – Gussago), Daniele Merola e Marco Acquaroli (ristorante Natura – Adro), il recente ingresso di Marco Cozza e Andrea De Carli (ristorante Rose – Salò) e di Virginia Severgnini (ristorante Saur – Orzinuovi).


Indispensabile in quest’impresa la presenza e la sinergia di una serie di produttori scelti in base a caratteristiche del loro operare come tipicità, unicità, sostenibilità e condivisione dei valori fondanti di Cibo di Mezzo: al centro del progetto si riporta il cibo perché mezzo tra i suoi significati ha anche quello di parte o punto centrale. Per produrlo, sceglierlo, cucinarlo servono persone che applicano, ciascuna con la propria competenza e sensibilità, strumenti e metodi, anche questi significati della parola mezzo. Ed è la condivisione di idee e intenti che forma e raccoglie figure tanto diverse quanto uguali: cibo con un suo preciso valore, senza finzioni, maschere o eccessive spettacolarizzazioni, mezzo e fine per dichiarare che il cibo è passione, cultura, convivialità, bisogno universale ed espressione unica di ciò che siamo, anche a livello di espressione territoriale.


Tratto identitario del progetto la volontà di dialogare con tutte le componenti della società civile bresciana, dalle istituzioni ai luoghi di formazione, dai già citati produttori, che ne costituiscono parte fondante, alle realtà impegnate nel sociale, perché l’idea è quella di una ristorazione del tutto calata e partecipe del territorio che la ospita.

La prima e principale modalità di espressione di Cibo di Mezzo è la realizzazione di due menu in due periodi dell’anno, proposto da tutti i ristoratori, che ha come tratti comuni l’utilizzo, senza integralismi di sorta, di prodotti locali selezionati. Materie prime talvolta sconosciute o poco utilizzate che fanno della nostra provincia una delle più ricche a livello nazionale in tale ambito: vini, olio extravergine di oliva, prodotti caseari, salumi, prodotti ortofrutticoli, farine… Sino a particolarità come lo zafferano, i pesci essiccati, le bottarghe d’acqua dolce, i mieli di alta montagna, il caviale… In un insieme dove tradizione e innovazione possono dialogare senza preclusione alcuna, grazie alle attenzioni di cuochi esperti.

Sono poi incentivati gli scambi tra le varie cucine, con serate e incontri a quattro o più mani. L’attività annuale culmina con un evento comune ricorrente, che vede riuniti tutti i protagonisti dell’ormai esteso network, per una festa bresciana del cibo. Anche in virtù della collocazione della sede dell’associazione a Palazzo Sorlini, a Calvagese della Riviera, l’evento 2019, fissato per il 30 giugno, avrà il pregio assoluto di essere ospitato nei cortili del complesso architettonico che accoglie anche il Museo Martes.

Un progetto in divenire, capace di accogliere differenti voci, che nel suo piccolo vuole sottolineare quanto sia importante, quanto sia motivo di attrazione per un turismo nazionale ed internazionale, la valorizzazione e la comunicazione di un patrimonio unico in tema di ristorazione e produzione agroalimentare.

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