In ANTEPRIMA ESCLUSIVA su Radio Bruno Brescia il video di “Gerbere in Dicembre” di Andrea Annecchini ft. Giancarlo Prandelli

Gerbere in dicembre” è il terzo singolo di Andrea Annecchini, estratto dall’album “Apri gli occhi”, uscito il 21 Marzo 2020 e distribuito da GNE RECORDS di Giancarlo Prandelli.  Il brano sarà in radio da lunedì 8 febbraio.

Il videoclip che lo accompagna, presentato in  anteprima su Radio Bruno, è un dialogo tra Andrea e il Maestro Giancarlo Prandelli, proprio come il brano stesso è un duetto tra i due.

Si tratta di un video essenziale, che vuol sottolineare visivamente la tematica trattata, senza interessarsi ad effetti speciali, animazioni risonanti o location mozzafiato. Si concentra invece su una comunicazione diretta ed immediata con lo spettatore: tutto ciò che si vede sono due personalità narranti, che sembrano fluttuare in un ambiente asettico, due facce della stessa moneta, che si ritrovano davanti a una lampadina. Questa simboleggia il risveglio dallo stato di torpore dell’anima, senza compromessi. Altro significato ha la valigia, un simbolo del carico di cui bisogna liberarsi per andare avanti e dar voce piena alla propria essenza e natura. In questa maniera, concentrando l’attenzione sulle parole e sui pochi oggetti che accompagnano i due protagonisti si  intende porre in evidenza il contenuto e sollevare una riflessione profonda sul tema proposto: la solitudine, la depressione e l’emarginazione.

Nel testo del brano, infatti, è utilizzata una metafora non casuale: la gerbera, sopporta bene l’inverno se tenuta al riparo dalle piogge, dalle gelate e innaffiata poco, reagisce a temperature inferiori a 13°C andando in stasi vegetativa, dormienza durante la quale potrà perdere interamente la parte aerea per produrla nuovamente e più splendidamente all’arrivo dei primi tepori primaverili.

Gerbere in dicembre vuole essere così una descrizione di come i rapporti malati e le persone negative ci annullano e generano depressione e ansia”, come sottolinea lo stesso artista, “la dipendenza dagli altri, soprattutto quando si tratta di presenze negative e tossiche, può farci cadere nella depressione, portandoci a perdere l’amore verso noi stessi, ad evadere dalla realtà presente, attaccandoci ad un passato in cui ci si rifugia come un tempio lontano, ma non più reale”. Ed infatti il brano recita “ho dato l’acqua ai miei ricordi”, evidenziando come, se ci si rinchiude troppo nei sogni, questi possano tramutarsi in una gabbia che rende insopportabile la realtà. Tuttavia, come accade alle gerbere che in primavera rifioriscono, l’essere umano può fare lo stesso, l’urlo dell’ultimo inciso dà voce con potenza alla volontà di reagire, diventando un inno di indipendenza emotiva ed esprimendo la necessità di riaffermare l’amor proprio, senza vergognarsi  dei propri istinti e passioni, amandosi per quello che si è.

Tuttavia il brano non vuole essere un monito all’isolamento, piuttosto un consiglio: dandoci subito rischiamo di diventare facile preda di chi trova più facile prendere che donare” afferma ancora l’artista, riflettendo sul suo vissuto che ha voluto raccontare nel brano e non solo, anche in un libro autobiografico di prossima uscita in cui si narra “cosa esiste oltre alle canzoni, cosa c’è dietro un artista ed il suo rapportarsi con il mondo musicale professionistico”, per usare le parole di Andrea stesso. Un libro che vuol analizzare il rapporto produttore-artista, partendo dalla propria esperienza personale, l’incontro con Giancarlo Prandelli, che tanta parte ha avuto in un momento difficile, conseguente alle esperienze traumatiche che hanno segnato il percorso personale ed artistico di Andrea; una sorta di guida per tutte le giovani promesse del mondo musicale, che documenta come nasce e si persegue un sogno.